eppure ci sono state occasioni
in cui i laghi dei nostri cuori
sembravano poter superare l’istmo
le nostre acque mescolarsi
distendersi, abbracciarsi
come i nostri corpi si abbracciavano
l’onda arrivava sulla ghiaia alta
e qualcosa filtrava, un sentore
di sorpresa, a bocca aperta
si ritirava
eri talvolta sconcertata
dal mio non capire “scusami
sono stupido e lento” ti dicevo
“no Carlo tu sei intelligente
tu sei molto intelligente” m’inchiodavi
ci sono i bui che nessuna parola
può illuminare né toccare, ma
appena in qua da quel confine, rasentandolo
pericolosamente
mi dicevi tutto il dicibile di te
mi mostravi tutto il mostrabile di te
con impudente/imprudente sconsideratezza
“hai potuto vedere le mie ferite aperte”
“cose, a te, che a nessun altro mai”
la cura…
è comodo dire che era impossibile
potevo fuggire, non sono fuggito
restarti accanto è stato farmi carico
senza attenuanti
– forse tu poi l’hai giudicato impossibile
ti sei allontanata, allontanata all’estremo –
ripercorro momenti fissati
nella mente come nient’altro in vita mia
vorrei tornare e cambiare
una sillaba, un gesto, anche solo
un moto degli occhi o un inciampo
di respiro, che bastava questo
a farti dubitare, scivolare
indietro in quel ripidissimo sentiero
che tentavamo
facile no, certo facile no
un oceano non un fosso
ma è da idioti anche solo pensare
che potesse essere facile
ci sono stati momenti sovrumani
in proporzione, è giusto, il dolore e la colpa
umani
conservo come posso tutto quanto
esista o non esista una stazione
dove sceso dal treno ritrovarti
davanti, nel viale, restituirti
Scritta il 25 giugno 2023.