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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi Mensili: marzo 2016

All’impercetto

21 lunedì Mar 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

scenari

Anche la più diretta sensazione
è subito linguaggio: in suo soccorso
viene un subliminale sublimare
che ne scarta una parte e ciò che resta
lo mette in limpidi vasi di vetro
fragili e nient’affatto eterni, ma
destinati a una morte più leggibile,
sopportabile quasi, senza il miasma
pesante della decomposizione.

È per questo che tacciono i cadaveri
dentro gli avelli chiusi, emarginati
dall’epitaffio che segna il confine
invalicabile dell’intelletto:
lo spazio in cui sappiamo manovrare
le macchine e le anime, godendo
dell’arte fine di nostra ragione:
dove tutto combacia perché noi
limiamo sia la gemma sia il castone.


Scritta nel 2016.

Quel granché

21 lunedì Mar 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

scenari

 

 Guido Marchisio non era un barrierante e non bazzicava abitualmente per il “Borgo del fumo” del quale via Oropa era una delle strade storiche.

Alessandro Perissinotto, Le colpe dei padri, 2013

 

Vanchiglietta, le prime ciminiere
a inizio Novecento, fu chiamata
«borgo del fumo»: il fumo delle fabbriche
pioniere – oggi scomparse. Ha meno credito
l’ipotesi che il fumo fosse nebbia
dei due fiumi che in essa confluiscono
formando una penisola. Le vie
portano nomi di borghi biellesi:
un gemellaggio di terre operose.

Oggi «borgo del fumo» fa pensare
a un quartiere dove si spacci hashish:
cambia l’industria, cambia la città.
Decadenza? Può essere. Però
passare tutta la vita a sgobbare
per due lire nel fumo velenoso
delle officine, con il capo chino,
aspettando soltanto di morire,
non è che fosse proprio quel granché.


Scritta nel 2016.

La neve di adesso

16 mercoledì Mar 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore vissuto, scenari

ne viene giù di neve
in questo mezzo marzo
è neve un po’ molle
neve sporca di città
che presto si scioglie

ma non ho voglia di ricordare
le nevicate dell’infanzia
forse erano più bianche
forse è il tempo passato
che lava più bianco

c’è un fattore decisivo
per preferire
questa neve di adesso

nella neve dell’infanzia
e dell’adolescenza
e della giovinezza
m’aggiravo da solo
turbinando nei fiocchi
i miei sogni impazziti

volevo nevicasse per sempre
seppellisse me e il mondo
ma la neve smetteva
com’è naturale
e restavo deluso

in questa neve invece
fra poco
prenderò un bus
per venire da te

salirò le scale
e nel quieto della camera
fra i mobili di legno
guardandoci
ascoltando il respiro
neanche m’accorgerò
di quando smetterà


Scritta nel 2016.

Tag

16 mercoledì Mar 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore respinto, donne nude

I tag che ti hanno messo i visitatori
del sito Met Art
(che ti hanno votata in 560
dandoti un voto medio di 7,1/10
e dunque te la cavi più o meno
come me nei poetry slam)
sono questi:

– more of her please
– girl next door
– pretty eyes
– very cute
– suckable nipples
– tight body

A parte «suckable nipples»
che mi sembra tautologico
(i capezzoli per quello sono fatti)
direi che posso sottoscriverli:
hai un «tight body» per fortuna
(non mi piace la grassezza)
e sei certamente «very cute»
e nessun dubbio sui tuoi «pretty eyes»,
ahi quante poesie ho scritto
sui tuoi larghi occhi!

Anche «girl next door» ci sta:
la tua bellezza
è una meraviglia semplice,
assomiglia più a una mela
fresca e croccante da mordere
che a un piatto elaborato
d’alta artefatta cucina.

Ma il tag che condivido di più
è certamente «more of her please»:
sono sette anni abbondanti
che te lo dico
che vorrei di te qualcosa di più
e tu invece non mi dai nulla,
proprio nulla nulla nulla.

Due parole e un sorriso
basterebbero
a me che di voto ti do 10/10
ma tu nulla,
proprio nulla nulla nulla.


Scritta nel 2016.

Met Art

11 venerdì Mar 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

donne nude, scenari

Mi piacciono le foto di ragazze nude
in stile Met Art, cosce aperte e fica in vista.

I borghesi della mia adolescenza
non le avrebbero trovate interessanti:
«che gusto c’è se tutto è in piena luce?»
era il loro monotono mantra.

Ma io ho bisogno della piena luce
contro il buio vorace, perché so
– in ogni istante della vita so –
che anche quando risplende piena luce
come in un limpido azzurro meriggio
di sole acceso lavato dal vento
non cessa il tempo il suo eterno lavoro
e in agguato è il tramonto.

A voi non basta, come nascondimento
d’ogni straziato stupefatto bello
nella coda dell’occhio avvertire
il calare del nero mantello?


Scritta nel 2016.

“Contro il buio vorace” è un’autocitazione-collegamento che mi sono permesso da Le nude.

Giovane madre

09 mercoledì Mar 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

la parola rinvenuta, ordinari splendori, scenari

Giovane madre coi capelli rossi
(quel rosso dolce che inclina al dorato)
sulle ginocchia ha il bimbo
di forse un anno che si gira intorno
ride sorride si rabbuia ride.

Giovane madre vestita normale
(un pellicciotto forse démodé)
sul treno per Novara
seduta al corridoio, col marito
in piedi, un giovanotto ricciolino.

Un bel bambino sano. La sua mamma
ha la fede nuziale all’anulare
e il suo papà lo guarda
con orgoglio impacciato, muove un dito
davanti a lui, quasi benedicendo.

Giovane madre che va tutto bene
– così parrebbe. Ma dentro i suoi occhi
(di cui non ho percepito il colore)
trovo un dolore chiuso:
non è soltanto una malinconia,
è un corrodere stretto, una nascosta
ansia mortale che la tenerezza
delle mani sul bimbo non può sciogliere.

Ha un opaco che segna sulla pelle
la perdita d’un sogno,
una stanchezza fra la guancia e il collo:
e per un colpo di tosse si piega
come a celarsi al mondo.

I passeggeri in vena di ciarlare
sono larghi d’assensi e complimenti
per tutto quel quadretto familiare:
se ne ristorano il cuore e la mente.

Allora io solo vedo?
Forse vaneggio, forse è mia follia
ammalata di male.
No, m’incrocia
lo sguardo della donna sola, un breve
inutile bagliore d’impaurita
intesa, nello scendere dal treno.


Da Ordinari splendori, Edizioni Joker, 1998; poi ristampata in La parola rinvenuta, Genesi Editrice, 2006.

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