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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi tag: amore vissuto

Incontro

10 giovedì Nov 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto, cose di dentro, relazioni

Venirti incontro quando esci dal lavoro
in un punto stabilito, per un giro
o una commissione prima di cena
amica, è una cosa ordinaria
non strabiliante, ma è bello, e guardando
il cielo che anche lui per abitudine
normalmente imbrunisce, in disegni
di bianco e azzurro e rosa, ho pensato:
tutto questo è prezioso, mancherà
quando più non sarà – e più tardi
da solo in un incrocio silenzioso
è passato un nero in bicicletta
con quel ronzio delle bici di oggi
di ruote grosse, così tanto diverse
dalle bici di una volta, è passato
con il suo zaino di schiavo di consegne
ed è filato via, ho attraversato
da marciapiede a marciapiede, su un lato
gli sterpi da un incolto, tutto questo
è ordinario, non è strabiliante
ma è prezioso, svanirà, mancherà.


Scritta nel 2022.

Nimis

17 domenica Apr 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto, cose di dentro

Fin dal primo giorno, non è un modo di dire
fin dal primo sguardo, dalle prime parole
dal primo giro su stradine di campagna
è stato chiaro che nulla era facile:
e verso sera in quel primo giorno insieme
ti ho accompagnata dal tuo psichiatra
che è una cosa abbastanza originale
per un primo giorno insieme.

È stato chiaro che nulla era facile
ed è stato chiaro che io m’innamoravo
fin dal primo giorno, ma non è una scusante:
mi potevo astenere, allontanarmi
o tu potevi allontanarti, invece
ci siamo avvicinati, così dopo qualche mese
tu mi hai concesso di viverti accanto
e io non ti ho preservata dal male.


Scritta nel 2022.

E con questo?

22 sabato Mag 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, amore vissuto, morte

Mi hanno detto: il corpo intatto. Non sembrava
lo sfacelo d’un volo da quindici metri:
intatto il viso, e ancora respiravi:
ti sono servite delle ore per morire:
non si voleva arrendere il tuo cuore.

E con questo? Perché scrivo questo
mentre è passato un volo di rondoni
davanti alla finestra e il cielo è tumido
di nubi grigie? E perché dei rondoni
e delle nubi scrivo? Che esercizio è?

Forse è l’esercizio di un bambino
colpevole e ferito che ripete
mille volte la frase sul quaderno:
non, come crede il maestro, per estinguere
la punizione: no, per distrarsi.

Vedere qualcuno? Non ho niente da mettermi.
A pochi posso mostrarmi così.
Recitare non so. Mi distraggo
con i miei giochi, con le mie ossessioni
oppure resto fermo, imbambolato.

Il tuo corpo è sempre stato intatto.
«Quando un viso ha bellezza di cielo…»
La poesia che scrissi che comincia
con questo verso, i primi tempi con te:
è profezia la poesia, ma inutile.

Mi distraggo. Talvolta in un trasogno
t’incontro sorridente, mi tocchi
la spalla con la mano: stai tranquillo
dici – ma vola l’ombra del colpo, vacillo,
m’appoggio a uno schienale, a un mancorrente.

Dai, non è niente. Sono problemi miei.
Tu piuttosto, come stai? Dove sei?


Scritta nel 2021.

Nuda sulla pianta

20 mercoledì Gen 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto, eros, relazioni

nuda sulla pianta
dice una canzonetta del ’72
e tu davvero nuda sull’albero
mi sorridevi

io da sotto un po’ in ansia
(a cinque o sei metri di altezza
i tuoi piedi nudi sui rami)
ti scattavo qualche foto

altro che canzonette
eri davvero nuda
eri davvero sull’albero
soprattutto eri contenta

sorridevi davvero contenta
era la primavera del ’19
audacemente nuda
al parco della Mandria

nuda i piedi le mani
le gambe il seno la fica
nuda tutta adagiata
nei gomiti dell’albero

è quasi un anno adesso
che non ti vedo più
guardo le foto
dove nuda sorridi

magra consolazione
le foto ci uniscono
non esisterebbero
se non le avessi scattate io a te

la domanda è
perché tu non puoi vivere sugli alberi?
tu stai così bene nei boschi
così a tuo agio

è una domanda poetica
è una domanda trabocchetto
che può intralciare
tanto lo sappiamo che non puoi

e giù dagli alberi
i problemi – come stai?
ti sei incamminata
per una vivibile vita?

ardo dal desiderio
di rivederti eppure forse
hai fatto bene a troncare
io sono uno che ti può intralciare

io che una vita vivibile
la cerco con chi capita
parlo a vanvera
di tutto m’innamoro e disamoro


Scritta nel 2021.

Lenzuola

06 domenica Set 2020

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto

So piegare benissimo da solo le lenzuola
eppure stamattina facendolo
mi sei venuta in mente. Lo sai, pure io
vacillo in ogni gesto, mi assedia
l’immotivatezza: devo sempre inventare
sostegni da afferrare. Ritiro
nell’armadio che era riservato a te
le lenzuola piegate, chissà se
piegate giuste, al tuo giudizio severo.

Continuo a pensare che noi ci assomigliamo,
continuo a sapere che questo non basta.


Scritta nel 2020.

1-II

07 domenica Giu 2020

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore respinto, amore vissuto

quella notte verso il primo febbraio
stetti male molto, gola chiusa
nel profondo, muco, fatica
a respirare, mi parve
mai così tanto prima, pensai
di chiamare la guardia medica, poi
non lo feci, resistetti, chissà
forse fu la còvide, se ne parlava
già vagamente, chi diceva
così e chi cosà, oggi ho visto
sul tavolo l’actifed comprato
dopo, il mattino, per provare
ad aprire le vie, ho pensato
che ancora non sapevo che il tuo blocco
di quella notte, «chiudo i canali»
e su whatsapp la tua foto trasformata
in sagoma grigia, sarebbe
stato ovunque e per sempre
(o almeno: è giugno, e duro dura)
e non c’è actifed per provare
a riaprire – e poche ore prima
ci parlavamo tranquilli in una stanza
della tua nuova casa, è stato
di colpo, senza ragione
ed è forse per questo che
il virus l’ho guardato con distacco
appena infastidito, tu
sei stata e sei il mio lockdown, tu
il mio distanziamento, cosa vuoi
che m’importi del resto


Scritta nel 2020.

Una legge fisica

17 venerdì Apr 2020

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, amore vissuto

Un anno e mezzo, t’ho lasciata entrare
dove nessuna era arrivata mai:
quasi nulla di me restava fuori
dal nostro amore, avevi permeato
dell’anima le viscere e anche tu
parevi aperta, dicevi segreti
che nella vita tua a nessuno prima:
diventavamo lo stesso cortile,
la stessa scena d’infanzia, ogni cosa:
e i baci e i corpi intrecciati nel sesso
e l’infinito dialogo, seduta
sul mio grembo non ti staccavi mai,
cadevamo nel sonno sfiniti.

Ora, è una legge fisica. Chi resta
in superficie se va via si porta
un po’ di pelle, che presto guarisce.
Chi entra dove sei entrata tu
nell’abbandono lascia un guscio vuoto,
lo spazio frantumato: in un dolore
fuori controllo, indicibile, ho creduto
d’impazzire, provo adesso a riunire
dei pezzi, andare oltre, ma perché
tu non ritorni? Si era così belli!


Scritta nel 2020.

Non ci sarà riparo

04 martedì Feb 2020

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore respinto, amore vissuto

Non ci sarà riparo
al dolore d’amore.
Pensare, ragionare
a che serve? Meglio
disarmati soffrire. Disamati
nemmeno cercare
di capire. Soffrire
senza rabbia: un fuoco
si spegne fra le pietre
dopo feste di falò,
un limpido respiro
si torce in un odore,
una piena di bene
si strozza in una melma
dentro una chiusa gora:
non ci sarà riparo
al dolore d’amore.


Scritta nel 2020.

D.

08 mercoledì Mag 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto, cose erotiche

Vedendo che scendevo lungo il corpo
per leccarle la fica, mi ammonì:
«Guarda che io non mi lavo mai».
Affermazione enfatica, però
era effettivamente odorosissima.
Molto mi piacque e io piacqui a lei:
anch’io non mi lavavo quasi mai.

Tempi lontani: avevo quarant’anni,
lei venticinque, i profumi di pelle
erano buoni e buone le follie
giocate insieme, vero o no che fosse
l’essere insieme: non ci pensavamo.

Oggi un’igiene mentale e anche fisica
è imprescindibile: non è gradevole
la puzza ai vecchi e anche le follie
si perdonano meno che ai ragazzi.
Non ci sto bene in questa età, ma è
un oggettivo dato, è la realtà.


Scritta nel 2019.

L’esistenza

07 giovedì Feb 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, amore e morte, amore vissuto, cose di dentro

Ti ho detto ti amo per la seconda volta
in un mese. Nella vita quasi mai
l’ho detto ma con te viene spontaneo
come un grido o un sospiro.

Non che ora io sappia che cos’è l’amore.
Non l’ho saputo mai e non lo so.

Eppure, con te mi sento
come fossi sicuro
di cose che non so
pensare, immaginare. È strano.
Forse è così quelli che credono in dio
– mai ho capito, nemmeno lontanamente
come facciano. Eppure.

Per davvero non credo in nessun dio.
Ed è tragico, è brutto, il nulla della morte
ha fauci retroattive, mi divora
in certe notti e contro il nulla nulla
io posso fare.

Mi consolo sognando numerose
fiche accoglienti, larghe come valli
dove cammino da non forestiero
spruzzando sperma come le ninfe spruzzano
acqua benedicente dalle dita.

Non esistono le ninfe, non esistono
le fiche larghe come valli e infine
nemmeno esisto io, lo so, però
sognare è confortevole.

Nel mio non esistere
ti ho detto ti amo per la seconda volta
in un mese, e so quello che dico
pur non sapendo nulla, ed è un mistero
in cui mi allento, mi lascio
sciogliere come un nodo. Ciò che sento
è che allentare i tuoi nodi vorrei:
che un tuo sorriso
ha più senso che ogni paradiso,
un senso così forte
che esistere quasi non è necessario.

Poi, la Pro Vercelli è prima in classifica
nonostante abbia giocato meno partite
delle inseguitrici, tranne l’Entella che
ne ha giocate ancora meno, l’Entella
è la vera rivale, ormai quasi tradizionale;
poi ci governano i criminali
Putin Trump Salvini, poi c’è il cancro,
il sole, la cirrosi, i campanelli, l’Isee,
c’e il nipotino che dorme nel passeggino
e mi lascia scrivere, al suo primo lamento
smetto per prenderlo in braccio,
è un’ottima ragione, poi
io sfilaccio le poesie, non le chiudo col botto:
diffido delle belle frasi sbang,
diffido del concentrato di verità ed emozione:
se esistono, la verità e l’emozione
sono nei trucioli di lavorazione,
nelle tracce, nella diluizione,
nel filo di ragno fra quadro e cornice.


Scritta nel 2019.

L’idea di paradiso

23 mercoledì Gen 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto

Prima di stare con te
pensavo che le notti, le notti intere di baci
con i cuori che scavano nei cuori
delicati e sicuri
fossero roba di letteratura:
fanfole di poeti, me compreso.

Pensavo questo a sessanta suonati,
io gran pezzo d’idiota.

Ora noi non abbiamo
nessun rito di congedo:
per distaccarci
è necessario che si cada esausti.

Tu
sei il gol di Grosso al centodiciottesimo,
l’urlo che non sapevo
di avere nei polmoni.

E molto ancora più
sei tutto questo essendo tutta tu:
la mia callida incallita fantasia
nemmeno un capello
ti aggiunge o toglie via.

Tu
quando sorridi in faccia al mio sorriso
rendi bene l’idea di paradiso.


Scritta nel 2019.

Il contatto

18 lunedì Giu 2018

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto, scenari

Quando scivolai la prima volta
con la lingua giù verso la sua fica
nel tardo autunno del novantaquattro
disse Diletta: «Attento che io
non mi lavo mai». «Mai» era iperbolico
però aveva davvero un sapore
alquanto forte, che tutto mi gustai.

Era il crepuscolo del tempo dei fiori
e del relato necessario fertile
letame: un tempo che m’ero perduto,
in giovinezza, per motivi miei.

Oggi persino presso i benzinai
self service sono disponibili guanti
di plastica usa e getta, come se
anche la benzina fosse infetta.

Non ci sommergeranno gli immigrati,
sappiàtelo, razza d’idioti,
ma l’assenza d’odore, i detergenti,
i detersivi, l’igiene e la plastica
che toglie al dito il tatto delle cose
sporche e vere, il contatto con la vita.


Scritta nel 2018.

Quotidianità

27 domenica Mag 2018

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto

In questo postamore stamattina
– che non ti vedo da una settimana –
volevo giocare a ricordare la nostra
quotidianità: è importante, dicono,
la quotidianità, e noi ne abbiamo
avute, di giornate quotidiane:
dopo il lavoro, in una casa insieme,
cenare, dormire, preparare
la colazione, leggere qualcosa
o solo stare vicini, tranquilli.

Eppure non mi viene in mente niente.
La casella «quotidianità» – in tanti
anni – rimane vuota. La volevo ricordare
e non sono riuscito.

Come si spiega questo? Un’ipotesi
è che tutto con te sia stato eccezionale:
un po’ sopra le righe, ma non priva
di fondamento. Però tu che sei saggia
smorzando i toni farai riferimento
al vizio mio d’ammantare di gloria
ogni cosa che m’è piaciuto fare
– ma anche in questa versione
è un’ipotesi forte, vuole dire
che con te tutto m’è piaciuto fare
– non annoiarsi al Brico è vero amore.

Non so. Comunque, niente quotidianità.
Forse l’unica cosa collegabile
a sedimenti di quotidianità
è che a volte (ma abbastanza spesso)
se non ci sei mi manchi.


Scritta nel 2018.

Dieci anni dopo

06 domenica Mag 2018

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore vissuto, scenari, viaggio

La foto di te nuda nella stanza
è un file con la sua data, il sei di maggio
duemilaotto: fu un bel pomeriggio
d’amore, sesso, o come vuoi chiamarlo:
fu bello, solo questo ha importanza.

Ci trovammo all’albergo dopo un viaggio
desiderante: la voglia di farlo
e la certezza che l’avremmo fatto:
che vuoi di più? L’abbraccio, l’annusarci
e poi i baci, i corpi uniti: tutto
faceva primavera. Luccicavano
gli occhi d’entrambi mentre le tue cosce
mi cingevano i lombi. Poi scattammo
anche le foto e la data nel file
dice che dieci anni son passati
ma io non lo direi: sento le lisce
tue spalle nelle dita, sento il fiato
d’una ragazza maestosa, lieta
nell’afferrare un sogno di piacere
piccolo immenso che senza clamore
riuscì con agile semplicità
a trasformarsi, ecco, in realtà.

Non mi domando perché sia finito.
Che tutto passa, l’ho imparato ormai.
Ci si evolve, si cambia, πάντα ῥεῖ.
Ma se fosse per me, lo rifarei.


Scritta nel 2018.

 

Postamore

28 mercoledì Mar 2018

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore vissuto, relazioni

Resti comunque la prima persona
che cerco se succede qualcosa
di brutto o bello, se c’è da condividere
qualcosa di bello o brutto
o solo di curioso.

Resti comunque l’unica persona
che se per un giorno non sento mi manca,
quella che se qualcuno mi confida un segreto
lo avverto che con te non garantisco.

Hai sempre avuto cento unicità
– tranne quella che forse tu volevi
(avevo, all’inizio, sperato di no):
l’unicità che vogliono tutte
e a me pare banale.

Così l’amore che straccia i capelli
(e i coglioni, e il cuore, e molto ancora)
s’è rarefatto, diradato, è finito:
non so se ancora io lo cercherò
in altre: sono vecchio, le ragazze
è meglio forse guardarle soltanto
sedute in treno o ai banconi dei bar:
sul ridicolo del baccaglio senile
c’è satira già ai tempi di Catullo.

Resti comunque la prima e l’unica donna
a cui parlo senz’ansia, io che verso le donne
non l’odio-amore del poeta su citato
ma un amore-terrore ho sempre avuto.

È finito o cambiato. Ma se noi
la teniamo da conto questa strana
preziosa relazione e ci diciamo
le cose e spesso ridiamo e all’occorrenza
con le mie dita di pranoterapeuta
tolgo il dolore al tuo collo e alla schiena,
siamo sicuri poi che sia di meno
che certe coppie nelle nozze d’oro?


Scritta nel 2018.

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