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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi Mensili: febbraio 2019

Parodia

16 sabato Feb 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose di dentro, relazioni

Le vostre madri vi stanno ancora facendo
quello che hanno sempre fatto:

così voi non riuscite a volare,
a staccare il cuore dai fili
che senza amore si sono intrecciati
come rovi a difesa di un sonno non voluto,
di un sogno non sognato.

Le vostre madri non so se hanno colpe,
certo hanno commesso delitti:
il più grave, scagliare le pietre
per credere sé stesse immuni dal peccato:
credere di esserlo, forse, per diritto.

Ma ora alzatevi, donne bambine:
sarà inteso ciò che avete da dire.
Matura il tempo contro ogni presagio,
non c’è inverno tanto freddo da fermare
la forza delle gemme, delle spighe.

Viene l’ora del perdono che condanna
il male a farsi chiamare per nome:
svestito dell’inganno, sgretolato
da una voce che ormai non ha paura
il male non potrà più farvi male.


Scritta nel 2019.

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Il cielo

12 martedì Feb 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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scenari

il cielo è bello in questi giorni
ha le sue pennellate di luce
di colori, di toni di grigio
con certi riverberi che nessuno scenografo
saprebbe inventare
si regala ai tetti, alle pareti
agli alberi cittadini, collabora
con il vento, fa spazi
e li modifica – noi sotto
non sappiamo che farcene, corriamo
dal farmacista, dal commercialista
da un bambino che piange

forse il cielo è deluso, è una madre
che per tanto che faccia per te
non ti vede felice

ma no, è fantasia, il cielo
nemmeno sa di noi, quando alzo
lo sguardo mi perdo
in grembi immaginari, le nuvole
non trattengono cadute, accompagnano
come le musiche in sottofondo
nei bar di periferia
dove ragazzi sbottano, digrignano
sguardi gli adulti, la rissa
inutile è nell’aria


Scritta nel 2019.

La bellezza trasversale

09 sabato Feb 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

adolescenza, cose di dentro, scenari

LA BELLEZZA TRASVERSALE

a S. de S.

Non tornerà la bellezza trasversale
delle vetrate della biblioteca
di Lettere, polverose.
Dalla tradotta, scorrono le cose:
oggi qui ti trovi in faccia
una bellezza grossa, gonfia, frontale.

Si può fuggire, forse. Di mio, ti porterei
intanto a Genova in un albergo
a ore di via Prè (ne conosco due buoni).
Non sarebbe necessario scopare:
basterebbe, sfiorandoci, inspirare
un certo odore di porto, di mare.


Scritta nel 2019.

L’esistenza

07 giovedì Feb 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore, amore e morte, amore vissuto, cose di dentro

Ti ho detto ti amo per la seconda volta
in un mese. Nella vita quasi mai
l’ho detto ma con te viene spontaneo
come un grido o un sospiro.

Non che ora io sappia che cos’è l’amore.
Non l’ho saputo mai e non lo so.

Eppure, con te mi sento
come fossi sicuro
di cose che non so
pensare, immaginare. È strano.
Forse è così quelli che credono in dio
– mai ho capito, nemmeno lontanamente
come facciano. Eppure.

Per davvero non credo in nessun dio.
Ed è tragico, è brutto, il nulla della morte
ha fauci retroattive, mi divora
in certe notti e contro il nulla nulla
io posso fare.

Mi consolo sognando numerose
fiche accoglienti, larghe come valli
dove cammino da non forestiero
spruzzando sperma come le ninfe spruzzano
acqua benedicente dalle dita.

Non esistono le ninfe, non esistono
le fiche larghe come valli e infine
nemmeno esisto io, lo so, però
sognare è confortevole.

Nel mio non esistere
ti ho detto ti amo per la seconda volta
in un mese, e so quello che dico
pur non sapendo nulla, ed è un mistero
in cui mi allento, mi lascio
sciogliere come un nodo. Ciò che sento
è che allentare i tuoi nodi vorrei:
che un tuo sorriso
ha più senso che ogni paradiso,
un senso così forte
che esistere quasi non è necessario.

Poi, la Pro Vercelli è prima in classifica
nonostante abbia giocato meno partite
delle inseguitrici, tranne l’Entella che
ne ha giocate ancora meno, l’Entella
è la vera rivale, ormai quasi tradizionale;
poi ci governano i criminali
Putin Trump Salvini, poi c’è il cancro,
il sole, la cirrosi, i campanelli, l’Isee,
c’e il nipotino che dorme nel passeggino
e mi lascia scrivere, al suo primo lamento
smetto per prenderlo in braccio,
è un’ottima ragione, poi
io sfilaccio le poesie, non le chiudo col botto:
diffido delle belle frasi sbang,
diffido del concentrato di verità ed emozione:
se esistono, la verità e l’emozione
sono nei trucioli di lavorazione,
nelle tracce, nella diluizione,
nel filo di ragno fra quadro e cornice.


Scritta nel 2019.

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