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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi Mensili: settembre 2017

Quarantunesimo anniversario

24 domenica Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

adolescenza, cose di dentro, riflessioni, scenari

Mio padre non rispettava i limiti di velocità
né certe altre cose, sembrava
impacciato nelle sue sicurezze, forse
non si domandò mai cosa fosse la vita:
con gli oggetti era bambino, travolto
dall’esplosione economica, imbruttì
la vecchia casa con aggeggi di lusso
e lavorò, lavorò per fare soldi
moltissimo, morì con cinquantuno
anni forse d’infarto. Non ricordo da lui
insegnamenti profondi, parlava
del più e del meno, non ricordo
nemmeno esempi profondi di vita,
anzi alcune cose che direi deplorevoli.
Si penserà che sto mancando
di filiale rispetto, ma così non è:
penso con tenerezza a mio padre
che credo mai si concesse tenerezze
perché non erano cose da uomini.
Sono oggi quarantun anni che è morto.
Io non so se i miei genitori si amassero,
non lo sapevo da bambino
e non lo so ora: certe cose
si davano per scontate e nessuno
controllava che fossero vere.
Spesso gli adulti mi mostravano
altisonanti realtà, io guardavo
e vedevo noia, miseria, falsità:
ma tacevo e provavo a inventare
mondi miei dove meglio abitare.
Se esistesse un aldilà
potrei poi parlare con mio padre
di queste faccende, ma non credo.
Nella vita parlare non s’è fatto:
si era tutti fragilissimi e chiusi
in corazze apparenti. Ma patii
quando fece cambiare le porte
delle stanze, vecchie porte alla buona
con i vetri e mise porte più lussuose
di legno duro, senza vetri, mi mancò
percepire almeno nello sfocato
smeriglio dei riquadri qualcosa
che fosse un poco più ampio di me.


Scritta nel 2017.

Mattino immobile

12 martedì Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose di dentro, scenari

Due uccelli che non identifico
hanno volteggiato intorno a un’antenna
e sono scesi oltre il tetto di fronte.
Un alzarsi di vento sulle cinque
m’ha svegliato, ho controllato gli ormeggi
d’alcuni oggetti sul terrazzo, poi
ho ridormito due ore. Adesso
c’è questo mattino di nuvole alte,
nessun segno di vita alle finestre
del cortile, c’è più silenzio che a mezzanotte
ed è forte il tic tac dell’orologio
che sta sul muro sopra lo scaffale.
Ondeggia piano una borsa di tela
appesa alla ringhiera del balcone.
Sembrerebbe un’attesa, ma di cosa?


Scritta nel 2017.

Quanti

12 martedì Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore, cose erotiche

Fra quanti glutei, su quanti ani, per quanti scroti
verso quanti glandi è dolcemente scorsa
la tua agile lingua? Quanti peni hanno varcato
della tua vulva le morbide labbra?
Quanti col pugno chiuso hanno slargato
la capiente vagina? Quanti spruzzi di sperma
hanno fatto ricami sul tuo viso?
Ha orinato qualcuno sul tuo seno?
E donne, quante donne hai baciato
su tutto il corpo? Hai provato due membri
insieme, nei due fori che separa
il breve perineo? Con quanti donne e uomini
hai dormito abbracciata, con quanti
hai camminato mano nella mano?
Non c’è nulla di morboso né geloso
in queste mie domande: c’è un’attenta
curiosità d’amante, c’è una voglia premurosa
di partecipare alla tua vita. Ma lo so
che non lo si capisce mai, mai, mai – perciò
queste domande non te le farò.


Scritta nel 2017.

Il volteggio

08 venerdì Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore respinto, scenari

L’ultima volta che mi sono concesso
di passare in via Oropa
al tuo balcone dalla finestra aperta
volteggiava una tenda bianca
leggera nel vento leggero
(sarà stata davvero bianca? io deformo
i ricordi in un attimo, lo so)
volteggiava una tenda lunga e dentro
c’era una luce calda e ho pensato
una sera dolce, tu, il tuo uomo
di adesso, i tuoi bambini:
non ho visto nessuno, non c’era
nessuno sul balcone né ombre alla finestra,
non ho sentito nessun suono, ho visto
solo la tenda volteggiare morbida
elegante come una lunga veste
e ho pensato a una tua sera dolce
col tuo uomo di adesso, coi bambini
a fare qualsiasi domestica cosa.

Vedi, lo so che le tende volteggiano
indifferenti anche quando nelle stanze
c’è odio o tristezza o dolore o litigio,
ma io non credo: io ho immaginato
una tua sera dolce, col tuo uomo di adesso
e i bambini, qualcosa sul tavolo, forse
dei biscotti, un libro sfogliato lentamente
mostrando le figure.

Non mi sono fermato nemmeno un istante,
ho camminato dritto, tenendo negli occhi
l’attimo del volteggio della tenda
e l’eterno mio bisogno di parlarti.


Scritta nel 2017.

Cuori solitari

05 martedì Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose erotiche, eros

Slargare le cosce dovrebbero
alcune, mostrarmi la fica
aperta, odorosa, fragrante
offrirla ai miei sensi, al mio tatto.

Fluttuare le poppe dovrebbero
alcune, strisciarmi i capezzoli
sul viso: così sporgerei
le labbra e la lingua a lambire.

Dovrebbero accogliere alcune
il cazzo, i trepidi sogni,
lo slancio, lo sperma, la voglia
che ho nella carne e nell’anima.

Dovrebbero. Si obietterà:
perché poi dovrebbero? Mah,
così: per provare a creare
possibile felicità.


Scritta nel 2017.

γούνατα λύειν

04 lunedì Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose di dentro, scenari

Da tempo spari sui miei sogni, hai
buone ragioni per farlo, ma ormai
è uno sparare sulla croce rossa: la forza
dei miei sogni è sempre stata non esserlo:
chiamare sogno un sogno me lo uccide:
provvedo io, non c’è
bisogno di fucile.

Hai buone ragioni, ragioni forse
con radici d’amore – io ti voglio
bene uguale, mentre spari, ti capisco:
però cado, sento le ginocchia sciogliersi
come un guerriero ellenico sfinito
dalla battaglia, che fu epica e sonante
solo nei versi d’Omero: per terra
un ordinario marcire di sangue,
il dolore crudele, la paura.


Scritta nel 2017.

Scene d’arte

02 sabato Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

arte, eros, paesaggi

tre modelle affiancate
messe a quattro zampe
filmate da dietro
nude tranne il reggicalze
le calze e i tacchi a spillo
mostrano i glutei e le cosce
fra i glutei gli ani slargati
fra le cosce le bene aperte fiche
poi filmate di tre quarti
pendono grosse poppe
ondeggiano capezzoli in rilievo
con vaste areole scure
poi graziosi si volgono i visi
tra i fluenti capelli
a mostrare sorrisi
accattivanti
per me queste sono
scene d’arte bellissime importanti
ma voi pensatela come volete


Scritta nel 2017.

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