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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi Mensili: luglio 2017

Variante del pazzo su Catullo

31 lunedì Lug 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, bellezza, tempo

( disse il pazzo: )

T’amo e t’odio. T’amo perché sei tu,
meravigliosamente tu. T’odio
perché non sei una fragrante ventenne
appena sbocciata a primavera
e dunque distorci l’immagine
in doloranti contraddizioni.

M’amo e m’odio. M’amo perché son io,
presuntuoso ed egocentrico. M’odio
per il ventre gonfio, il petto floscio,
il disagile barcollare
con cui distorco l’immagine
in doloranti contraddizioni.

La bestemmia della vecchiaia
non la so accettare
– e con essa non accetto
il mondo, gli dei eventuali,
la realtà, le cose.

(La luna e la vita non sono mai piene:
terminato di crescere, declinano.
La luna ogni mese rifà il giro,
la vita no.)

Bene. Detto questo, viviamo.
Respiriamo l’odore che mandano gli spigoli,
l’apparizione d’un colore all’angolo,
il tepore che sa restituire
la notte in piena estate.

( :disse il pazzo )


Scritta nel 2017.

Mondi perduti

25 martedì Lug 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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cose di dentro, linguaggio, scenari

È che la famosa frase
d’un film di fantascienza
citata qua e là
«ho visto cose che voi umani»
in punto di morte, io credo
la potrebbe dire chiunque
il genio come lo scimunito
come un passero, un albero forse:
abbiamo tutti visto cose
che soltanto noi, soltanto noi
– ed è un rimorso strano, scomparendo
non averle sapute raccontare
davvero bene, così bene che l’altro
le vedesse anche lui.


Scritta nel 2017.

Overflow

25 martedì Lug 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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linguaggio, scenari

Ogni parola gliene evoca un’altra,
almeno un’altra ma più spesso
tre, cinque, dieci a cascata
e no, non è ricchezza, è un pandemonio
in cui si perde, in cui tutto
perde significato, per il troppo pieno
– significato sono le caselle vuote
ben disposte, senso è ciò che manca –
si perde, si gonfia, dalle strette pareti
dei vicoli del labirinto
scendono voci d’assassinî lenti:
stoiche sirene per motivi incomprensibili
servono sugo a tritoni in mutande
e i muri quasi si piegano a dire:
sei tu che sei voluto stare fuori.

Arranca, cerca un angolo più scuro
in cui pisciare senz’essere additato,
lo distrae per un attimo fra i ciottoli
un fiore giallo, basso, innominato.


Scritta nel 2017.

Disse

12 mercoledì Lug 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ 1 Commento

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adolescenza, cose di dentro, scenari

tutto mi spaventa quindi sono tranquillo, disse
l’abisso della libertà
m’angoscia meno dell’abbraccio
del determinismo: se tutto va in nulla
è a modo mio che mi voglio divertire

toccare con la lingua la volontà d’un dio
toccare con la psiche la vulva d’una donna
sono modi di cessare il viaggio, disse
ma il viaggio cessa anche senza che si faccia
nulla di tutto questo

diamo un poco di ritmo, diamo
un poco di ritmo a questi sobbalzi, disse
è a modo mio che mi voglio divertire
mentre siamo sul carro diretti al cimitero
creo mondi fantastici

signorina, lo vuole un mondo fresco
intanto che aspettiamo qui in quest’afa
che il nostro numero appaia sul pannello?
ci so fare, vedrà, glielo modello
su misura, le calzerà a pennello

tutto mi spaventa quindi sono tranquillo, disse
non ho cortili di cui avere nostalgia
né radici rassicuranti: mia madre pianse
nel vedermi innamorare
dell’abisso, io non la consolai

viaggio talmente scombinato, disse
che se pure decidessi di voltarmi
non saprei verso dove; scenderò
a una fermata imprevista qualsiasi
senza idea di che strada ho percorso

ma contento, abbastanza contento
d’aver fatto donne con odori di donne
e città con ombre di città e sentieri
con suoni di sentieri e me stesso
con strisce luminose di me stesso

e amori distillati come essenze
da vite di bellissime ragazze
da restituire: ne mettano due gocce
sul collo, si respirino, diventino
l’infinità che sono


Scritta nel 2017.

Tentazione

09 domenica Lug 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose di dentro, scenari

Voglio stare tranquillo.
Voglio un anno luce cubo
di succo di mirtillo,
sette pianeti di ragazze gradevoli,
tre chili di pesche
e un libro o due.

Ma no, lo so
che non mi basterebbe.
Meglio lavare i piatti
e mettere su gli spaghetti.


Scritta nel 2017.

T’estimo

05 mercoledì Lug 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore respinto

probabilmente non leggi nemmeno
ciò che ti scrivo
e se leggi penserai com’è prevedibile
che ti scrivo
subito dopo averti incrociata
stamattina in corso Belgio
5 luglio 2017 ore 10 circa

lo porti ancora nel marsupio
a un anno e due mesi
sì lo so
i bambini anche quando camminano
a un tratto si stancano
e rischi di doverlo trascinare

sei sempre bellissima

tutto quello che t’ho scritto
in quasi nove anni
l’avrai buttato via
o forse lo conservi in un dossier
per un’eventuale denuncia per stalking

sai che stalking
ammetto che da quando
qualcuno m’ha detto dove abiti
ho un poco spostato il baricentro
delle mie contemplanti passeggiate
(fin da bambino ho amato girare
trasognato da solo, guardare
il mondo con amore)
dal Valentino verso la penisola
fra lungopò Antonelli e la Colletta
(ho sempre amato la Dora Riparia
grigia, selvatica)

ma non mi sono mai appostato
(inglese to stalk, «appostarsi»)
né mai mi sognerei
di suonare al tuo citofono

che tu non mi voglia sposare lo capisco
ci sono mille validissimi motivi
che tu non mi voglia parlare
lo capisco di meno

tu con me
sei peggio dell’embargo degli USA su Cuba
nella guerra fredda
¿qué he hecho yo para merecer esto?
non lo so

sei sempre bellissima

ti penso senza quasi più parole
non so che lingua usare
de toute façon
mi querida
t’estimo


La poesiuola è stata scritta subito dopo la fugacissima visione. Ripensandoci, forse è difficile che il bambino nel marsupio avesse un anno e due mesi. Sembrava più piccolo. Forse è il bambino di una tua amica. Ma non ho potuto osservare bene. Sto cercando di rassegnarmi all’idea che tu non vorrai mai passare del tempo con me. Ma è una rassegnazione difficilissima, forse impossibile.

 

Scritta nel 2017.

Ciò che si vede adesso

05 mercoledì Lug 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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cose di dentro, scenari

anche nelle cose più semplici
non si finisce mai di penetrare
c’è sempre un senso oltre

talvolta ho intuizioni
su versi di canzoni
dopo decenni che le ascolto

e questo è un esempio banale
immagina le vite
immagina le persone

d’altronde l’universo finirà
eppure a un certo punto
fa bene amare odiare innamorarsi

così proclamando eterno
senza ieri né domani
ciò che si vede adesso


Scritta nel 2017.

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