• About

Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi Mensili: luglio 2020

Hai fatto bene

20 lunedì Lug 2020

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

amore, cose di dentro

Per il mio compleanno, fra poco, saranno
sei mesi senza te. Vaghissime notizie:
come tu stia, non lo posso sapere.

Io cambio casa. Non so se è perché
qui rimangono, dei quadri colorati
che tu riempivi, le sagome di polvere
alle pareti e il tuo odore, diluito
in frazioni omeopatiche, non perde
efficacia. Ho perso, io sì, i miei poteri
fantasticanti, non trovo più immagini
per metafore né similitudini.

Specchi, pensavo poco fa, specchi
eravamo, di fronte: non le cose
specchiate: gli specchi, all’infinito
moltiplicando un disegno
non sappiamo da dove partito.

Ma non così funziona: nessuno
specchio crea, solamente riflette.

Esistono fantasmi che si svelano
solo specchiati? Era uno di questi
a danzare fra noi, prendendo vita
dal nostro disperato inarrestabile
mandarci la sua ombra, in teorie
profonde come abissi? Il parassita
ci illudeva che noi ci somigliassimo
e a lui somigliavamo.

                                 Hai fatto bene
a fuggire lontano – che dolore
ho nel dirlo… In qualche sconnessura
o crepa, dietro la facciata opaca
io t’ho vista nel buio, io t’ho amata.


Scritta nel 2020.

Paralipomeni alla fisioterapeuta

10 venerdì Lug 2020

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

adolescenza, cose di dentro

Ricordo il discorso che non le feci
trentotto anni fa, signora, la fisioterapia
dopo la polinevrite alcolica, a zero
l’elettromiogramma, lei diceva
stare su un piede solo, esercitare
la forza perduta della singola gamba
concentrandomi, risposi: «non sono
mai stato capace di stare in equilibrio
su un solo piede» e lei sorrise
non credendomi, disse: «ma come!
faccia come quando saltellava
da ragazzino giocando, come tutti».

Lei non mi credeva e io non le feci
questo discorso, signora
fisioterapeuta delle Molinette
nell’autunno dell’82, non spiegai
che negli anni Sessanta, quando erano
più giovani le nostre madri umili e fiere
e aveva la frutta un diverso sapore
e si lavorava sodo e i ragazzini
saltellavano e si picchiavano ed era
un mondo vero, ecco: non è vero.

Mia madre non così umile né fiera
non s’accorse mai che a qualsiasi età
barcollavo infilando i pantaloni
cercando un appoggio, al primo tentativo
spesso ricadevo col piede, riprovavo:
io, signora, su una gamba sola, mai
e non si sa il perché: non era un disturbo
diagnosticato, ero semplicemente
un pirla e un imbranato: saltellare?
no, non ho mai saltellato né picchiato
e mio padre lavorava duro per fondare
il consumismo, comprava le radio
e i mangianastri che non usava, qualsiasi
giocattolo, più bambino di me
giocava a essere diventato
stimato dottore da padri contadini
e anche lui, signora, non ammetteva
che io non saltellassi e non picchiassi:
non ammettendolo, non lo vedeva.

Quanto alla frutta, di tutto quel sapore
non mi ricordo e i compagni di scuola
come oggi l’i-phone compravano cose
quanto potevano: saltellare e picchiare
chi sì e chi no, non è che li spiassi
in questo, l’epopea raccontava
che gonfi di testosterone scopassero
non si sa chi, le ragazze dovendo
restare caste. Era una merda, signora
il mondo vero degli anni Sessanta:
mia madre ancora adesso a novant’anni
non lo sa e non sa che quanto a me
non saltellavo né picchiavo
e giunsi vergine e ansioso alla donna
che sposai e non è romantico, signora
era soltanto una disperazione
(mi rifeci poi dopo) era proprio
una disperazione tutte quelle cose
che andavano fatte, così tanto
che si credono fatte, da tutti:
e lei nel 1982
non ci credeva che io non avessi
mai saltellato e se qualcuno vedeva
mettermi i pantaloni, morivo di vergogna
cadendo e ricadendo. Ero un ragazzo
normale, nessun problema, bene a scuola
mai salito su un albero.

Ho i miei motivi, signora, per odiare
nel secolo ventunesimo, adesso
che sono vecchio ormai, le frasi fatte
nei bar, sulle quarte di copertina
dei libri, su Facebook, quando il mondo
era più vero, o che l’amore si redime
con l’abbandono e signor caporale
quante puttane e quante brave ragazze
e fiere e umili madri e il bollito
e l’occhiolino e il bosco e la frutta
ma cosa cazzo dite? cosa cazzo?

Già nell’ottantadue, sul lettino
paralizzato dall’alcol solitario
inerte lo sciatico popliteo interno
non meno che l’esterno
lei sorridendo signora negava
il mio non avere mai saltellato
su un piede solo, non avere picchiato
né scopato né virilmente ammiccato:
lei signora come un fiera madre
negava che io
fossi mai esistito.

Non ha colpa, signora, però
io quel sapore di frutta di una volta
io francamente no.

(Cammino bene, adesso, lo sa?)


Scritta nel 2020.

[De]scrivere

04 sabato Lug 2020

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, scenari

Sì, il troppo [de]scrivere
m’ha privato di vivere
non sempre, ma spesso.

Ma adesso
che ormai vecchio
ci penso, fu parecchio
una fuga in [de]scrivere
dal terrore di vivere.

Vivere: dove le storie
non sono mai canzoni
«con una fine mia
tu non andresti via»
come canta Vecchioni.

Qualcuno ha goduto
forse del mio [de]scrivere.
Qualcuno ha ringraziato.

Qualche donna gentile
presa in rete di versi
mi s’è data: in un gioco
di bambini (facciamo
che ero…) s’è prestata
a incarnare l’amore
in cui dentro i suoi occhi
io l’avevo inventata.

Ma è roba da poco:
non c’intessi una vita.

Viene ora di cena.
Ti chiamano, non hai
mai guardato in cucina.


Scritta nel 2020.

Iscriviti

  • Articoli (RSS)
  • Commenti (RSS)

Archivi

  • Maggio 2022
  • aprile 2022
  • marzo 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • dicembre 2021
  • novembre 2021
  • ottobre 2021
  • settembre 2021
  • agosto 2021
  • luglio 2021
  • giugno 2021
  • Maggio 2021
  • aprile 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • ottobre 2020
  • settembre 2020
  • agosto 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • Maggio 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • dicembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Maggio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • agosto 2017
  • luglio 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015

Categorie

  • altre cose
  • poesie
  • prosa
  • racconti
  • Senza categoria

Meta

  • Registrati
  • Accedi

Blog su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Carlo Molinaro
    • Segui assieme ad altri 65 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Carlo Molinaro
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra