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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi Mensili: marzo 2019

Novum Testamentum

24 domenica Mar 2019

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cose di dentro, relazioni

NOVUM TESTAMENTUM

a Franco Trinchero

Fidarsi, non credere patogeni
– come germi – gli altri:
recuperare l’innata attitudine
alla comunanza fiduciosa:
poter dunque tollerare che qualcuno
ti sposti le cose, ti scompigli
senza farti del male.

Ma è presto spezzato il patto implicito
stipulato nascendo, il patto che
permette di affidarsi senza angoscia
al capezzolo esterno, a tutto il mondo esterno.

Spezzato il patto, si traversa il mondo
più o meno recitando: ma di vero
c’è solamente un’incontaminata
nubile intimità – quadro dipinto
in un’era uterina, quadro innato
intoccabile, inetto a chi è nato.

Sì, ma coraggio: produciamo fili
noi stessi, come ragni, li annodiamo
con trepida cautela e se si staccano
ci riproviamo, incrociamo disegni:
in un modo diverso, originale
tesseremo le nostre relazioni
sia pure con lentezza, con fatica:
stipuleremo il nostro nuovo patto,
avremo occhi al buono della vita.


Scritta nel 2019.

Equinozio 2019

22 venerdì Mar 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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cose di dentro, tempo

Dunque stasera alle undici meno due
arriva primavera. Lo dicono gli astronomi.
Terrò la porta socchiusa
per farla entrare, d’altronde lei non bussa
entra sicura per ogni fessura
e trovo strano che adesso abbia dato
un talmente preciso appuntamento:
le undici meno due, mah.

Ricordo di averla sentita arrivare
in momenti qualsiasi, da zolle di terra
o finestre sbattute o gambe di ragazze
dischiuse come occhi, da budini
appoggiati su tavoli fioriti.
Le undici meno due, stasera, non so.
Mi fido poco degli orari esatti:
temo sempre il bidone, la disillusione.

Ma grosso modo è marzo, si risveglia
del verde fresco dentro la stagione.
Sono indizi. Come quando una donna
forse ti sorride, forse no, ha gesti
che non è agevole interpretare.
Il fico sul terrazzo ha messo gemme,
è rispuntato il giacinto in un vaso
dove neanche sapevo ci fosse.


Scritta nel 2019.

Pier

18 lunedì Mar 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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cose di dentro, relazioni

In una piazzetta dove non passo quasi mai
e non so oggi come ci sono arrivato
vedo nella vetrina di un bar
uno che sembra Pier. È Pier. Entro.
Prendo un cappuccino. Lui è seduto
da solo a un tavolino. Lo saluto
e parliamo. Per dieci minuti gli parlo
da in piedi, perché non è scontato
sedersi al tavolino di qualcuno. Poi
scaldata la conversazione, mi siedo.
Dice che è in giro perché in casa
tante volte gli pesa stare. Gli rispondo
che oggi pomeriggio sono in giro
anch’io per un motivo simile.
Parliamo un momento del concertino
dal balconcino, poi di cose
più importanti. Lui racconta l’armonia
trovata con la compagna e interrotta da quella
che non guarda in faccia a nessuno.
Io racconto la relazione, la
in qualche modo relazione
con una ragazza giovane, problematica:
di come vorrei che fosse felice
con me o senza me, e come è difficile.
Parliamo, in sostanza, entrambi d’amore,
ma non è che si capisce subito.
E poi delle case, del lavoro, dei soldi.
Un suo amico cieco sta per essere sfrattato
e nessuno gli affitta, non dà garanzie.
E i servizi sociali? Eh, i servizi sociali…
Un’amica pittrice a reddito zero
anche lei niente casa, dorme una notte
da uno, una notte dall’altro. E i ragazzi
hanno problemi con le madri, coi padri
quasi tutti, è anormale trovare
una famiglia che va bene, ne conveniamo.
E il lavoro non c’è o è precario
e sì che il personale è politico:
l’ansia del mondo si somma all’ansia
del singolo e se il singolo è fragile è peggio.
Un altro uomo solo vestito di rosso
sta in piedi appoggiato alla stufa a gas
(non è un giorno caldo oggi)
e ci ascolta, mi pare, però non ci importa.
Pier mi fa vedere sul telefonino un pezzo
di video di un’amica che dipinge dal vivo
al suono di una chitarra in un locale:
e poi ci vedremo, se non prima, domenica
al concertino dal balconcino
e forse io che adesso ho una pensione
posso aiutare la mia ragazza a trovare
una casa sua, e spero che riprenda
gli studi, e lui dice che le farebbe bene
non tanto per trovare lavoro
ma per trovare sé stessa, è vero,
tutto è molto difficile ma non disperiamo.
Pago il cappuccino, chiedo del cesso,
è in cortile, ci vado, saluto, riprendo
il mio vagare, non si sta bene in casa
ma una casa ci vuole, anche solo
per uscirne, incontrarsi per caso, tornare.


Scritta nel 2019.

Quiz

03 domenica Mar 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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cose di dentro

Quando mi guardo dentro – disse il pazzo –
sento che non sono io a guardare, ma è
la ressa degli altri che m’infesta: guardano
con il loro sguardo, vedono
a modo loro, e io dovrei crederci?

Quando mi guardo dentro, quando guardo
me stesso, dovrei essere io a farlo
e non la massa d’invasori barbari
che urlano le loro incomprensibili
ragioni sentenziando: è così, è così!

Ma per essere io a guardare me stesso
dovrei essere me stesso, e come faccio
se me stesso non l’ho ancora mai visto?
Come se ne esce, dottore?
Conosce lei una qualche soluzione?


Scritta nel 2019.

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