Χρὴ τὸ λέγειν τε νοεῖν τ’ ἐὸν ἔμμεναι
scrive Parmenide e Heidegger interpreta
«usa: il lasciar-essere-posto-davanti
come anche il prendersi-cura:
(l’) essente essendo» – interpretazione
profonda e motivata, il pensiero
è pensiero se si rivolge all’ἐόν –
ho finito il libro, lentamente
«Che cosa significa pensare?»
L’errore moderno: definire, ridurre
tutto a risposte, soluzioni, invece
è stato ed è un percorrere, un rivolgersi
ed è vicino al cuore, pensavo tu e io
ci siamo lasciati-essere-posti-davanti
come anche ci-siamo-presi-cura
di noi a tratti, per onde, è difficile:
ma il più considerevole, l’essente
non è potuto essere, era stato
diviso, fratturato. Forse in altri
spazi è ora intero, potrò
– io o qualcos’altro, una parte, non so –
esser davanti, ἔμμεν᾽ὤνηρ
ἐνάντιός τοι, prendermi cura
com’era promesso – è sabato mattina
dalle scale sento urti di porte
metalliche, voci di vicini, cupi rombi
che vanno, indecifrabili νεφέλαι
a confondere, nascondere, schiacciare.
Distolgo lo sguardo, l’orologio digitale
fa le undici e undici, i quattro uno in fila
m’innervosiscono, la loro eleganza
è inutile, nulla dicono, nulla.
Scritta nel 2022.