So palpare le ombre, so insidiare
da dentro la purezza del fanciullo
che sono: liberando in polluzione
nitidamente nascoste virtù.
Ho lasciato canizie nell’embrione,
imbiondisco alla fine del tramonto
che m’ha ingannato gli occhi: quasi più
non mi curo di ciò che è o non è.
Fluttua, parola, fluttua al litorale:
consumata la sabbia, c’è scogliera.
Non ho necessità di farti entrare:
perché da sempre t’ho tenuta in me.
Scritta nel 2016.