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Questo caldo che s’allunga in settembre,
poca energia da spendere, seduti
tu sul divano io sul tappeto, ci diciamo
le cose, come sempre, però
ho meno voglia di lottare contro
l’erodersi del tempo e dello spazio:
mi slitta nelle mani l’arnese di parole
con cui da troppi anni ormai m’ingegno
di scassinare uno scrigno che forse
non contiene altro che uno specchio.

Divento – era previsto, certo – vecchio
e anche tu, e questo è peggio, perché
me stesso sono bravo a non vedermi
ma sarebbe uno strazio insopportabile
se distogliessi i miei occhi da te.


Scritta nel 2016.