(poesiuola schizoide)
Allora poi forse
quando facevamo l’amore
c’era il tuo corpo sul letto e al soffitto
era volata via la tua persona
a guardare in scissione sofferente
il tuo corpo annuire, baciare.
E io a non accorgermi! – è che
ho un io incorporeo, è da fuori
che mi vedo vivere, anch’io
ero là sul soffitto a guardare
i nostri corpi, però con piacere:
è da sempre il mio modo naturale.
Insomma sul letto non c’era nessuno
di noi, c’erano corpi in una scena
per me gloriosa, da guardare in estasi
con gioia – per te no, una scena
deplorevole in cui non conoscevi
te vera, tutta intera.
Peccato non poterci innamorare
là sul soffitto, dove (non sapendo)
stavamo insieme, più che i corpi sul letto.
No: siamo scissi, ma in modo diverso,
ciascuno ha i suoi frammenti, ricomporli
– se mai riesce – è un fatto personale.
Scritta nel 2020.