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C’è un odore dorato che si spande
quando c’è il sole e una finestra è aperta:
lo prende anche la mia pelle, io
benché in un’altra stanza: è come uscisse
da sotto la camicia, da un abbraccio
che di certo ci fu, senza ricordo:
sigarette di adulti dietro un muro,
sugo d’erba schiacciata fra le dita
nella furtiva infanzia, già colpevole
di cose imprecisate, ma beate.
Scritta nel 2020.