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C’è una tua foto che mi piace tanto,
le sono affezionato. Tu sei accovacciata
– integralmente nuda – sulla punta dei piedi
a cosce aperte, con il busto eretto
e anche le braccia aperte, appoggiate
a qualcosa, non si vede a che cosa
perché l’inquadratura ti taglia fuori le mani:
ciò che farebbe inorridire i veri fotografi,
mai tagliar via un pezzo del soggetto,
però anche i veri fotografi a volte
sono rompicoglioni, perché
non esiste una regola nell’arte,
dovrebbero saperlo. Dunque, sei presa
di fronte, lo sguardo fiero puntato
nell’obiettivo, sei eretta e tutta aperta:
sei bellissima come tu sai essere
in qualsiasi luce o angolazione:
trovo che tu sia, qui, la versione eccitante
dell’uomo vitruviano di Leonardo:
dunque questa foto è un involontario
capolavoro, Leonardo capirebbe.
Così nel mio talento di perdere tempo
faccio misure delle proporzioni
tue più che auree. Vediamo. In una foto
l’unità di misura è relativa, dipende
da in che formato è stampata la foto
ovviamente. Adotto dunque, invento
i “millimetri [in] questa stampa”: mqs.
Cominciamo con l’individuare un triangolo
che unisce i due capezzoli al punto
superiore della fica, cioè dove
comincia la rima vulvare e finisce
la strisciolina di pelo che hai lasciato
sopra – acconciatura da modella.
Abbiamo 38 mqs fra i due capezzoli,
80 mqs fra il capezzolo destro
(a sinistra nella foto) e la fica,
81 mqs fra la fica e il capezzolo sinistro:
per un solo mqs non sei isoscele.
La distanza fra le tue ginocchia
è 125 mqs. Nella mia giocosa
(o maniacale, è lo stesso) eroticometria
potrei inventare che la relazione
fra la distanza intercapezzolare
e la distanza interginocchiale
dà il coefficiente d’apertura di cosce:
in questo caso 125:38 = 3,29.
Possiamo immaginare che a gambe unite
le ginocchia starebbero all’incirca
sotto i capezzoli, coefficiente 1.
È suggestivo. Cosce aperte a 3,29
è una buona allargatura ma non esagerata.
Poi vediamo. La distanza fra l’ombelico
e la fica è 33 mqs, mentre la distanza
fra l’ombelico e ciascun capezzolo
è 50 mqs – in questo caso
perfettamente isoscele è il triangolo.
La verticale totale del tuo corpo
accovacciato, intesa come distanza
fra l’attaccatura dei capelli sulla fronte
e il limite inferiore della fica
(il punto sotto il quale c’è il vuoto,
in questa posizione accosciata)
è 156 mqs. Ma trovo più interessante
valutare la distanza fra la linea degli occhi,
la linea dei capezzoli, l’ombelico e la fica:
abbiamo nell’ordine 60, 44, 37.
I più attenti obietteranno: ma prima
hai detto 33 fra ombelico e fica,
adesso 37. Già, ma prima mi riferivo
al punto alto dove rosea comincia
la rima vulvare, adesso intendo
il limite inferiore. Eh, sono complesse
queste misurazioni! C’è anche
la strisciolina di pelo, che ci porta
ancora a 6 mqs più sopra. Non essendo
perfetta la depilazione (ho premesso
che in sé la foto non è riuscitissima
pur essendo, in sé, un capolavoro: chi
non lo capisce, è peggio per lui)
intuiamo che il pelo al naturale
andrebbe ancora 3 o 4 mqs più su.
Su questo tema esistono trattati,
“de tonsura vulvae”, ne ho scritto
in altri miei carmi, ora non divaghiamo.
Le tue areole hanno un diametro
di 4 mqs, le tue poppe 24 mqs,
6 mqs lo spazio interpoppe:
mammelle ben distinte, di media misura.
Sul lato destro della foto, il tuo sinistro,
il seno sporge oltre la linea del torso,
sull’altro lato no. Qui trovo interessante
il percorso limpido, lineare, fra braccio
e torso e fianco fino all’intersezione
con la coscia piegata (è difficile
descrivere le immagini): l’ascella
fa col torso un angolo di 128 gradi
(sono un po’ sollevate le tue braccia)
mentre il torso dove diventa fianco
(il punto vita) fa col fianco un angolo
di 144 gradi. Lo trovo armonioso.
La curva inferiore delle cosce
congiungendosi alla fica fa un angolo
di 128 gradi, come l’ascella:
ci pensi se il fotografo avesse chiesto
di metterti proprio così, per fare
coincidere questi angoli? Con prove
estenuanti? Non è stato così
ma è questo il bello.
La parte lunga, dritta della coscia
è invece perpendicolare
alla linea vulvare: verticale
questa, orizzontale quella, è perfetto.
E insomma. Bella sei. Sinceramente
preferirei stare nel letto con te
a misurarti tridimensionale
e calda, con le braccia, con le mani:
in mancanza, guardo la fotografia,
vado d’amore e trigonometria.
Scritta nel 2021.