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Ci sono uomini che raccolgono
nidi caduti o piccoli uccelli
per provare a salvare debolissime
vite vive, s’innamorano di donne
le cui vite non possono salvare
e scrivono, senza nessun programma scrivono
forse per dare voce a cose che non parlano
o non si vedono o che nemmeno esistono,
impresa inutile oltre che impossibile.
Non sono meglio né peggio, fra loro
spesso non si conoscono, altre volte
sono amici ma con difficoltà
perché tutto è difficile, perché
assomigliarsi non è che un lato incerto
di sensazioni variabili, vaghe.
Hanno rinunciato, questo sì, al compromesso
di chi rallenta i sensi e l’intelletto
per adattarsi a celle di sistema
in cui raggranellare quattro chicchi
di fatica e certezza. Spesso prendono
ansiolitici, sono esposti al barcollare
delle luci, dei suoni. Ma niente
di eroico né sdegnoso: è per bisogno
che sono ciò che sono, non saprebbero
questi poeti fare in altro modo.
Scritta nel 2021.