Ho ritrovato ancora messaggi, una videolettera
dell’aprile del duemiladiciannove:
mi sono accorto che in tutto il nostro tempo
non c’è mai stata nemmeno una bugia
né tua né mia.
Quel mattino eri andata in palestra:
ero contento se facevi qualsiasi cosa.
La vita è un compromesso, chi non lo sa?
Quel famoso io che sono guai se non è solido
cresce fra come è e come occorre che sia.
Non le piace studiare non le piace lavorare
e nemmeno fare la puttana
cos’è, un’artista? dobbiamo mantenerla?
crepi! – la piccola infelice borghesia
ringhia la sua saggezza:
se non ti piace, fingi almeno che ti piaccia
per il tuo bene! – starai meglio, sforbiciando
capelli alle signore – potrai chiamarti
non parrucchiera ma hair stylist, wow!
Oh, ragazza, credi di essere l’unica?
Lo sai che devi guadagnarti da vivere?
(loro ti sono dentro, sei tu stessa che ti parli)
(e ti condanni)
(“abbandonò il campo di battaglia
traditrice ingrata”)
Vuoi fare la barbona? finisci male…
L’artista? sei capace? a quanto vendi?
Ti piacciono succhi di frutta costosi.
Abbiamo tutti il peccato originale:
il peccato: l’alienazione, la finzione
l’accettarsi per come non si è.
Bella mia, chi ti credi di non essere?
Abbiamo tutti i nostri peccati
Abbiamo tutti i nostri
Abbiamo tutti
Abbiamo
Abbiamo
Abbiamo
La morte ma non i peccati!
(finsero detto i preti bastardi
da morti male poi santificati)
Scusa. Ti amo, deliro, svanisco.
Ho sperato in qualche modesta soluzione
(anch’io piccolo borghese
– il mio buonsenso piccolo del cazzo –
chi mi credo di non essere?)
modeste provvisorie soluzioni:
sai, quelle vite non proprio felici
(qualche carezza, qualche pastiglia)
dove un colpo di reni ogni tanto
ti solleva alla luce, costruisci
roba che crolla però non crolla subito:
ci sta in mezzo un respiro:
fingi che non sia finto, fingi tanto
che poi è vero, è davvero il tuo bene.
Ma non so. Che la vita è un compromesso
lo sanno tutti, non tutti però
sanno compromessare. Chi non sa…
Io quasi non so più nemmeno parlare.
Mi manchi
(due parole: sufficienti).
Forse davvero hai salvato la tua anima.
Ti ricordi quando dicevi
“almenoché” però poi lo sapevi
che si dice “ammenoché”
“ma mi viene così!” sorridevi
(…)
Scritta nel 2021.