C’è mancanza di finezza nel disegno di oggi:
si salva qualche bustina di zucchero con alberi
tratteggiati in leggerezza. Persino Topolino
è più aggressivo: linee spesse, tinte forti, contrasto
e non sfumatura. I francobolli commemorativi
che ancora emettono benché più nessuno
spedisca lettere, sono orrende patacche
pubblicitarie. Non ricami ma strutture di tubi
grossi, protervi, è questo il disegno di oggi:
non discorso ma urlo, solo urlo, le automobili
di sera tengono gli anabbaglianti anche dove
è illuminato a giorno e le luci di posizione
basterebbero e in molti bar, non tutti per fortuna
ti inseguono musiche che sono colpi di martello.
E anche in questo non posso non pensare
(lo so, può diventare un’ossessione)
a te così fine e così fina, sussurravi sottovoce
parole precise come miniature d’amanuensi
o taglienti come lame di Toledo, tu nitida
pittura fiamminga su carta velina e insieme
dipinto impressionista tentato con gessetti
da un madonnaro su un lastrico scabroso:
tu filigrana fragile preziosa, tu altre cose
che non so dire e che nessuno ha detto:
tu elegante nel pianto e composta e severa
fino all’ultimo gesto dilaniato – i tuoi sorrisi
conservo nello scrigno provvisorio
del mio cuore, delicatissimi prodigi:
li difendo, per un poco, dal frastuono.
Scritta nel 2021.