Tag
Sul marciapiede, stanco, qualche goccia
di pioggia. Da una panetteria
un aroma di appena sfornato, e tu
sei dentro e sei dappertutto
in una tenerezza insopportabile.
Non ce la faccio, c’è una lisi dell’anima
del pensiero, del linguaggio:
la luce è scissa in fotoni disgregati
che polverizzano appigli, profili.
Ogni forma possibile ferisce
ciò che tu sei ovunque tu sia.
Per non cadere, lavoro questi gusci
d’insetti predati, disseccati o marci.
Ma perché non cadere? Vorrei porgerti
il pane che preferivi. Dove sei?
Scritta nel 2021.