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I fiori più belli sono fiori per caso
(già è stato detto ma è bene ribadirlo):
fiori nati sui cigli delle strade
o delle rogge, o in fessure di cemento
o in boscaglie di rovi
o in altri luoghi impossibili, strani.

La gente tira dritto e non li guarda
per non correre rischi. Se li guardi
ti puoi innamorare. Innamorarsi
è roba grande, però se t’innamori
di uno di questi, tu devi sapere
certe cose. Non lo potrai portare
via con te: lo faresti morire.
Potrai tornare a vederlo ogni giorno
anche per ore, se d’altro non sei schiavo:
ma non portarlo via.

Chiunque passi, invece, lo potrà
strappare e uccidere senza averne biasimo
ma anzi lode: “ho tolto un’erbaccia”.
Se tu pieno di furia e di dolore
lo abbatterai con un pugno, finirai
in galera o in reparto psichiatrico:
“un pazzo colpisce al volto un passante
nella via tale, confusi i moventi:
arrestato, delira di un fiore”.

Se non saranno passanti assassini
pure il Comune potrà provvedere
a una strage con motofalciatrice
per “pulire la strada”.

Se nessuna di queste disgrazie accadrà
lo vedrai appassire, da qui non c’è scampo
salvo che muoia tu prima d’autunno:
questo peraltro è anche coi fiori
dei giardini curati o delle serre.

Dai giardini curati talvolta succede
che un fiore fugga e si mescoli ai randagi:
se lo fa, perde tutti i privilegi
anzi rischia di più: “guarda, un ibisco
cresciuto in discarica, strappalo subito,
qui puoi, è di nessuno, lo portiamo
a casa, lo mettiamo in un bicchiere”.

Tu innamorati ugualmente: nessuno
è di nessuno, qui almeno siete liberi
di respirare l’acre del catrame
o l’umido del fosso verso sera:
e nelle case e nei giardini chiusi
c’è solo un gregge di imbecilli illusi.


Scritta il 22 settembre 2023.