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(Questa cosa inutile, irrilevante, devo
concedermi di scriverla, forse – non c’era
chi potesse avvisarmi, non è strano.)

Quaranta passi. C’è qualcosa sulla porta.
Forse un avviso, magari dell’acquedotto:
sospensione dell’acqua per lavori.

Trenta passi. Sembra un annuncio funebre.
Ma potrebbe anche essere pubblicità
strampalata, di qualsiasi cosa.

Venti passi. È un annuncio funebre.
Sono cinque piani, tre alloggi per piano.
Qualche vecchio condomino, fra tanti…

(Il bambino nascosto fra le viscere
ha già capito, invece, e si copre
gli occhi col braccio, ancora un istante.)

Dieci passi. Non è la foto di un vecchio.
C’è del biondo, e del rosa di un vestito.
Forse non vedo bene, non c’è luce.

Cinque passi, tre passi, un passo. Lettere
grandi, in corsivo, mi pare, non so.
L’occhio le sparge, non le tiene insieme.

Unitamente ai parenti tutti annunciano
la nascita al cielo di – di anni trenta
anticipatamente quanti si uniranno…

Il nome grande, in corsivo, poi
devo averlo letto, però non ricordo,
sono finite tutte le parole.

(Questa cosa inutile, irrilevante, devo
concedermi di scriverla, forse – non c’era
chi potesse avvisarmi, non è strano.)


Scritta il 23 aprile 2024.