Sul lungopò ho osservato turbinare
nell’aria i batuffoli dei semi;
più in giù, verso l’acqua, fiori
bianchi a ombrello, non so il nome della pianta.
Il fiume andava lento, sotto il cielo
rannuvolato. Poi mi sono seduto
nel dehors del Family Bar di corso Brianza,
l’unico aperto nella zona. Scrivo
su un tovagliolo di carta. Amo questo,
le case l’erba l’acqua le persone:
amo le cose
e con lo sguardo attribuisco loro
sollevandole in nitida luce
una breve esistenza, prima che
risprofondino nello sfocato
divorare, divorarsi, nella legge
della natura oscura.
Uscito alla porta il barista
fuma una sigaretta, legge
sul telefono qualcosa.
Scritta nel 2017.