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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi tag: paesaggi

Noi non siamo soltanto persone

15 venerdì Dic 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore, paesaggi, relazioni

Non è una colpa passare in corso Belgio
a respirare l’aria che respiri,
o cercare una foto nella rete,
o mandarti un biglietto postale
ogni tre o quattro mesi:
anche se fra le nostre persone
non c’è quasi nessuna relazione.

Noi non siamo soltanto persone.

Certamente tu sei la tua persona
ma non sei solo questo:
sei nomi sei occhi sei alberi sei vie,
sei le mie poesie.

E la parte di te che sei tu
(vasta, meravigliosa)
ma non è la tua persona
io la posso assorbire, respirare:
come il vento, come il sole
non è né tua né mia né di nessuno:
non conosce appartenenza,
la sua sostanza è divina immanenza.

Tutti noi siamo tutto,
siamo un immenso tutto:
ridurci a persone è un difetto
di questo tempo nervoso ipercorretto:
merita la persona (sia chiaro)
un totale assoluto rispetto
ma non è tutto.

Che misero sarebbe il paesaggio
in cui nasciamo viviamo moriamo
se fossimo nient’altro che persone!
Sarebbe (ed è per chi lo crede) la
più totale straziata dannazione.

Per fortuna, io lo so, noi siamo interminati
immensi spazi di luci e colori
e indomabili odori.

Poi certo sì, la persona è importante:
sarebbe bello se la tua persona
accogliesse la mia personalmente:
la mia gioia sarebbe sfolgorante:
con il tuo personale permesso
del tuo mondo sarei cittadino:
così invece sono solo un clandestino:
ma è sempre meglio che tornare in Africa:
anche perché io non ho nessuna Africa:
io provengo dal nulla: a generarmi
è l’amore che provo per te.

Dunque vago nei margini, cercando
di non dare fastidio, sperando
in una sanatoria, un condono, magari
un foglio di soggiorno provvisorio.

Noi non siamo soltanto persone.

Se tu aprissi te stessa al mio entrare
non saresti tu a farlo ma il cosmo
pur essendo tu certo a deciderlo.

L’amore non si fa fra due persone:
le persone soltanto lo consentono
con libera scelta più o meno consapevole.

L’amore è fra mondi, è un fenomeno ampio:
tutto congiunge in magia irriducibile:
non lascia fuori nemmeno
un granello di polvere.

Noi non siamo soltanto persone.

Anche per questo mi piacciono le
troie, puttane, vacche cosiddette:
quelle che ammettono più navigazioni
fra galassie, fra costellazioni.

Noi non siamo soltanto persone.

Perciò vorrei parlarti, amore mio:
vorrei ci raccontassimo noi stessi
abbracciati in un letto o seduti in un caffè.

In mancanza, cammino in corso Belgio
a respirare l’aria che respiri: è
la comunione che posso, con te.

Noi non siamo soltanto persone.

Noi non siamo soltanto persone.

 

Paralipomeni o corollari

La persona è il pennello che dipinge la tela, la dipinge come vuole e come può. Io m’innamoro del quadro, non del pennello.

La persona è il sasso che fa cerchi nell’acqua. Mi affascinano i cerchi, non il sasso. Talvolta, mi affascinano cerchi che s’incrociano, prodotti da sassi diversi.

Perciò sono in grado di amare da una certa distanza: una distanza da cui io possa sbirciare uno scorcio del quadro, una distanza da cui io possa sentire il muoversi dell’acqua.

L’impulso è, naturalmente, avvicinarmi al massimo: unire pennelli, congiungere sassi.

Ma, in mancanza, camminare in corso Belgio è qualcosa.


Scritta nel 2017.

Scene d’arte

02 sabato Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

arte, eros, paesaggi

tre modelle affiancate
messe a quattro zampe
filmate da dietro
nude tranne il reggicalze
le calze e i tacchi a spillo
mostrano i glutei e le cosce
fra i glutei gli ani slargati
fra le cosce le bene aperte fiche
poi filmate di tre quarti
pendono grosse poppe
ondeggiano capezzoli in rilievo
con vaste areole scure
poi graziosi si volgono i visi
tra i fluenti capelli
a mostrare sorrisi
accattivanti
per me queste sono
scene d’arte bellissime importanti
ma voi pensatela come volete


Scritta nel 2017.

Una breve esistenza

01 lunedì Mag 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose di dentro, paesaggi

Sul lungopò ho osservato turbinare
nell’aria i batuffoli dei semi;
più in giù, verso l’acqua, fiori
bianchi a ombrello, non so il nome della pianta.

Il fiume andava lento, sotto il cielo
rannuvolato. Poi mi sono seduto
nel dehors del Family Bar di corso Brianza,
l’unico aperto nella zona. Scrivo
su un tovagliolo di carta. Amo questo,
le case l’erba l’acqua le persone:
amo le cose
e con lo sguardo attribuisco loro
sollevandole in nitida luce
una breve esistenza, prima che
risprofondino nello sfocato
divorare, divorarsi, nella legge
della natura oscura.

Uscito alla porta il barista
fuma una sigaretta, legge
sul telefono qualcosa.


Scritta nel 2017.

Talvolta

01 giovedì Dic 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose di dentro, paesaggi

Talvolta saliva di corsa al terzo piano
con la mistura d’entusiasmo e d’apprensione
che era, come si dice oggi, la sua cifra,
a leggere una sorte in occhi chiari;
talvolta passava dall’amica libraia
a prendere un pacchetto fatto su nell’alluminio
con una fetta di torta, perlopiù al cioccolato;
talvolta parlava da solo camminando
verso Porta Susa, descrivendo a sé stesso
vicende immaginarie ma possibili;
talvolta s’infuriava con stipiti e stoviglie
che gli ostacolavano i gesti, ma evitava
di farlo se qualcuno lo guardava;
talvolta attraversava i giardini in piazza Toti
con la paura e la voglia d’incontrare
tracce di primavera che gli erano proibite;
talvolta s’affrettava verso largo Marconi
per una già senile urgenza, lodando
un superstite vespasiano che gli risparmiava
un inutile caffè e le domande sui bagni;
talvolta andava dal fisioterapista
in via Montecuccoli per un conflitto
subacromiale alla spalla sinistra;
talvolta andava dalla psicoterapista
a Leinì, zona Betulle, per un conflitto
fra odori e parole, forse, o fra desideri
e doveri, o fra sogni e realtà, chi lo sa;
talvolta s’assopiva abbracciato
a una donna amata e nel sopore
mischiato con l’amore c’era tregua
alla vana battaglia del tempo e delle cose;
talvolta non capiva le domande
o non decifrava la geometria dei percorsi
e allora vacillava, cercando una fuga;
talvolta entrava nel bar dei cinesi
in via San Donato e prendeva un cappuccino
per guardarsi prendere un cappuccino,
perché ha senso due minuti vedere
uno che entra e prende un cappuccino,
giocare che facciamo che sei tu quello lì;
talvolta salendo su un tram in un vortice
di foglie secche, notando il legno lucido
d’un sedile vuoto era felice un istante,
come ci fosse nell’aria una felicità da inalare
urgentemente, che non andasse sprecata;
talvolta dimenticava sul fuoco il caffè
perché s’era messo a fare altro, preferiva
le caffettiere rumorose, che fanno capire
cosa succede, anche se sei di là.


Scritta nel 2016.

Meglio guardava

19 mercoledì Ott 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose di dentro, paesaggi

Nella sua cinica sognante ingenuità
li vedeva benissimo i moventi
dei gesti, dei rapporti, li osservava
con disprezzo benevolo, con blanda
ostilità partecipe, dolce, feroce:
l’amore sedicente d’una terra
di verbi duri, di nomi confusi
in paratassi rigide, elenchi di tagli
da macellaio: l’utile, il sangue
marcato e non marcato: messi al bando
gli aggettivi emotivi, l’ornato che sospinge
negli occhi indenni il buon seme del pianto.

Li vedeva benissimo, ma ora
meglio guardava tre case messe a scala
(cinque, quattro, tre piani)
sull’altro lato del corso: di qui
lo steccato di lamiera, le divine
erbe indomabili, rosse sugli spigoli
nel sole immenso d’ottobre, barcollò
senza inquietudine, entrò per un caffè:

degli aggettivi ho fatto a meno da subito
– finse di sussurrare alla barista –
ora rinuncio a verbi, verbi, nomi.


Scritta nel 2016.

Istmo

30 sabato Gen 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore, paesaggi, scenari

Ora abiti su un istmo stretto
fra il Po e la Dora
più che un istmo una penisola
perché poco oltre i due fiumi
dopo essersi ancora
leggermente allontanati
confluiscono.

Ma tu e io
dopo esserci non leggermente
allontanati
temo non confluiremo
resterà una striscia arida
a separarci
e non me ne do pace.


Scritta nel 2016.

istmo di Eva3

 

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