T’inquietano i miei sogni, eppure tu
sogni i tuoi sogni: l’influsso del sole,
i teneri germogli, posizioni
del corpo che t’uniscono alla luna,
malinconie di pensieri lontani
su luci liquide d’onde vicine,
i tuoi bambini che giocano, il fiume
che scorre, una natura da redimere
staccandola dal peso del dolore.
Tutta roba imperfetta, deperibile
che soltanto nel sogno può brillare:
nel tuo come nel mio. I miei germogli
sono i capelli che ti muove il vento
come prati, il mio sole è nei tuoi occhi
e il tuo seno è la luna a cui vorrei
unirmi per mistero: la natura
è il clivo dal tuo collo alla tua vulva
che tu mostravi all’orbe in belle foto
anni fa: lo stormire delle fronde
è la tua voce quando ride e chiama.
Tutta roba imperfetta, deperibile
che soltanto nel sogno può brillare:
nel tuo come nel mio. Se solamente
potessimo talvolta abbandonarci
quieti e sereni a mescolare sogni:
non cambierebbe la vita, ma sì
di qualche tono il colore del mondo:
godremmo uno scenario rinnovato
di breve gioia fresca, entusiasmante.
Scritta nel 2018.