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Guardo Torino dall’alto d’un colle.

Allo spigolo del nulla
rimpiangeremo anche i giorni peggiori.

Carpe diem, allora? Non è questo:
è inutile tentare il fermo immagine.

È altro ciò che fugge: è un’impronta
non nitida, è una traccia
vaga a cui non si seppe o non si volle
disegnare un contorno – è qualcosa
che definire è mutilare.

Ci accompagna a distanza
così lontano che non lo conosciamo
così vicino che lo perderemo.

Guardo Torino dall’alto d’un colle
poi scendo lentamente verso valle.


Scritta nel 2018.