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Non risolveremo contraddizioni, ripetiamo
cose già dette (irrisolte) dai tragici
e in modo più tragicamente fastidioso
dai commedianti, dai comici
atroci: non risolveremo, conversiamo
di cose eterne, effimere in noi effimeri
sul fresco d’una riva, troviamo
coincidenze inutili, combinazioni
di brevi sensi parziali, come se
una solidarietà di miopie illimpidisse
orizzonti remoti che non si sa se esistano
davvero: pure, in noi qualche pietra
si disincaglia da angoli di viscere
dove pesava, prende forma, ferisce
gonfiori, un dolore di lama
luccica smascherato, conoscibile,
ce ne rendiamo conto, non parliamo
perché non torni a nascondersi:
si deposita, mentre camminiamo
lungo il fiume, guardinghi come uccelli
senza toccarci, verso semplici case.


Scritta nel 2019.