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Magari è da lì, da quelli
che lei, la complessa ragazza,
chiama i mondi ovattati
che si potrebbe partire
per condividere il profondo,
per asperger dell’altrui emozioni
le proprie: spruzzar l’altro dentro sé.

Da quei mondi ovattati di sogno
dove poco filtra la realtà, attenuata
come un virus da usare per vaccino:
mondi che sono salvezza e riposo
per ciascuno – ma in ciascuno
così diversi, così mal conosciuti!

È difficile, forse impossibile:
forse contraddittorio. In presenza
di relazione, irrompe forte la realtà.

Eppure, se si potesse
trovare una misura di contatto,
un’osmosi fra quelle intimità
sotto vuoto, fragilissime
di pudore e vergogna e timore, se
unirle si potesse, come cellule
che, adiacendo, fondono una parte
della membrana aprendola: l’inverso
della riproduzione per scissione, non so
se mi riesco a spiegare, io credo
ne nascerebbe un’energia suprema
capace di sprigionarsi nel mondo
fuori, di cambiare la realtà.

Ma nemmeno lo so bene spiegare,
figuriamoci accadere.


Scritta nel 2019.