Tag
memoria di rete, facebook mi rimanda
in forma di ricordi poesie scritte per te
due estati fa, poesie che sono storie
forse nemmeno poesie, ma diario
oggi due anni fa eravamo in campi
della pianura del Monregalese
picchiava un sole implacabile come oggi
e noi a parlare a camminare a non cercare
ombra: parlavamo delle qualità di mais
e sparlavamo delle nostre madri
e puzzavamo di sudore, grondavamo
perdendoci su cigli di fossi seccati
fino a un gruppo di case, ricordo, da cui gente
ci guardò senza interloquire, siamo
in Piemonte, poco sotto le Langhe, Pavese
la bella estate? non so, era tutto
incredibilmente vero accanto a te
quante cose abbiamo fatto di quelle che in genere
solamente si leggono e scrivono! e quante
vissute più di come si possa
scrivere o dire! era tutto così vero
che forse era sogno
e non lo sapevamo: era quel sogno
così abissale che come la morte
nessun vivente lo può raccontare
eravamo scesi dall’altura
di Villanova, per dirti creatura
di bosco è necessario lavar via
la letteratura, lavare
i miei panni in te
creatura di bosco
semplice, increata
futura, primitiva
no, inutile, non ho
parole a dirti, forse nemmeno
tu le hai, e nessuno
[…e questo è un problema, nel mondo
che è tutto lingua e psiche
disturbo post traumatico da stress
personalità borderline
schizoide
creatura di bosco
io isterico istrionico poeta
noi… l’amore? parlavamo delle qualità di mais
e sparlavamo delle nostre madri
e puzzavamo di sudore
credevo che ce la potessimo fare]
avevi pianto fra gli alberi, poi
rasserenata, che cielo i tuoi occhi
scavati fra le nuvole, nei campi
roventi, persi, senza direzione
[ci volevano diagnosi, distacco, ma
ero tutto, di te tutta, innamorato:
avevi catturato
lo sciame sparso di tutti i miei frammenti
nella rete frangibile dei tuoi]
cercammo case e psicoterapie
non eravamo sventati
restavamo a parlarci e ad ascoltarci
per decine di ore
che cos’è la saggezza in amore?
forse noi… ho creduto
di potercela fare
oggi due anni fa eravamo in campi
della pianura del Monregalese
ed eravamo belli come il sole
è, come altri nostri, un ricordo
felice sub judice, dipende
da ora come stai, non ti vedo da mesi
e forse è bene, la massa ingombrante
che non posso non essere (potessi!)
ti zavorrava – mi condanna
il vizioso sillogismo: ogni uomo
è tuo persecutore, io sono un uomo
ergo… – non ho la forza di redimere
tutto un intero genere
ti troverai, amore, ti dirai
creatura di bosco e d’ogni luogo?
buona fortuna, buona
fortuna
oggi due anni fa eravamo in campi
della pianura del Monregalese
picchiava un sole implacabile, noi
eravamo più belli e più forti di lui
Scritta nel 2020.