mi sono steso un attimo, ti ho sentita
abbracciata, la tua schiena arcuata
solida sotto il mio braccio, il respiro
regolare, le tue costole delicate
contro il mio petto, il tuo viso
fra la mia spalla e il collo, ti ho sentita
sapendo che non è vero, non stavo
dormendo, sapevo tutto, ma eri
abbracciata, il mio petto e il collo
non erano informati sui fatti, sentivano
te tutta intera, forse addormentata
e ti muovevi, ti sistemavi meglio
accucciata, c’era felicità, poi subito
ho visualizzato il balcone, il cortile
la ringhiera scavalcata, un vajont
ha cancellato il paesaggio, carogne
di corpi morti nel nero dei flutti
ora mi alzo, vado a fare cose
Scritta nel 2021.