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Non posso darmi pace. La bambina
siamo riusciti, qualche volta, a curarla
e qualche volta tu sei giunta a credere
(in brevi lampi) che io potessi amarti
dunque che tu potessi essere amata.

Poi no, prevalevano voragini
incolmabili, e stare abbracciati
era come sul sedile di un’auto
senza guida, lanciata verso un muro.

E quando irrompevano i tuoi mostri
come combatterli? Non avevano artigli
né zanne né fauci né rostri
ma le tue labbra pallide, le mani delicate.

Mi hai fatto scendere, tutti hai fatto scendere,
sei rimasta da sola nello schianto.


Scritta nel 2022.