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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi tag: morte

Nello schianto

19 martedì Apr 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

morte, scenari

Non posso darmi pace. La bambina
siamo riusciti, qualche volta, a curarla
e qualche volta tu sei giunta a credere
(in brevi lampi) che io potessi amarti
dunque che tu potessi essere amata.

Poi no, prevalevano voragini
incolmabili, e stare abbracciati
era come sul sedile di un’auto
senza guida, lanciata verso un muro.

E quando irrompevano i tuoi mostri
come combatterli? Non avevano artigli
né zanne né fauci né rostri
ma le tue labbra pallide, le mani delicate.

Mi hai fatto scendere, tutti hai fatto scendere,
sei rimasta da sola nello schianto.


Scritta nel 2022.

1990-2021

03 lunedì Gen 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore e morte, morte

È finito l’anno che resterà scritto
accanto al troppo vicino novanta
sulla lapide, sui ricordini con foto.
Resterà scritto per un poco, poi
tutto si sbriciola, materia e linguaggio.

Sei viva in me (in me, non “nel ricordo”)
ma cosa conta? Non so nemmeno se
ti fa piacere. E la vita dei giorni
che restano, la devo vivere senza te
facendo le cose che vivendo si fanno
grosso modo. Sono vecchio, non rimane
più molto da aspettare, vorrei credere
di trovarti, nel posto che non c’è.

Ho negli occhi il tuo viso, nelle orecchie
la tua voce, sulla pelle i tuoi gesti
e più dentro ho il commosso comprendersi
delle anime, che in certi giorni parve:
ho dappertutto la tua bellezza in dono

ma tutto questo è in me, non è niente di te,
non è niente di niente, non è niente.


Scritta nel 2022.

Nella casa sul mare

08 mercoledì Set 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore e morte, cose di dentro, morte, scenari

Sono tornato nella casa sul mare
due anni dopo. Tu stavi rannicchiata
nella poltrona, ti guardavo, parlavamo:
altre volte volevi stare sola
e allora uscivo in giro per la costa
cercando di distrarmi con visioni.
Niente era facile, mai. Però c’eri
e c’era la speranza, ed eri bella
ed eravamo in qualche modo uniti:
commilitoni d’una strana guerra
per i deserti e i nemici improvvisi.

Abbiamo fatto tante cose insieme:
più di quel che sembrasse, ora che osservo
quel tempo terminato. Terminato.
Osservo il mondo ora privo di te:
io che ci faccio? Mah, niente, direi:
tranquillamente la morte è vicina
senza ch’io debba cercarla o provocarla.
Che esista o non esista, verrò presto
nel luogo dove sei, saremo accanto
sapendo o non sapendo, come prima.


Scritta nel 2021.

Di cose concrete

17 giovedì Giu 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, amore e morte, morte

Non posso farci niente, succede: barcollo,
vacillo, in un momento qualsiasi,
non importa come stia andando il giorno,
anche dopo un pomeriggio con la figlia
a conversare bene e mangiare sul pane
marmellata fatta in casa e più tardi
una cena con la buona amica in un posto
fresco fra gli alberi, piacevole,
in un momento qualsiasi vacillo,
barcollo: ho le mie contromisure,
appoggiarmi a un muro, a un albero
o meglio, per la mia indipendenza,
basta un passo di fianco, ingannare,
assecondandolo, il lato del cadere:
spostare il peso, aspettare, lasciare
che tutto intorno s’attenui, sbiadisca
confuso come dentro certi sogni,
muggisce al semaforo un autosnodato,
camminano accanto piedi imprecisati:
forse è mio desiderio, magari
tutto fosse qui intorno un lungo sogno
e svegliarmi, incontrarti: “Ma sai
che incubo assurdo stanotte, passavo
in bicicletta in corso Belgio, mi sono
fermato davanti a casa tua e sulla porta
c’era un foglio con scritto che sei morta!”
– tu mi tocchi una spalla: “Tranquillo,
è stato solo un brutto sogno”, respiro
e ci parliamo di cose concrete.


Scritta nel 2021.

E con questo?

22 sabato Mag 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, amore vissuto, morte

Mi hanno detto: il corpo intatto. Non sembrava
lo sfacelo d’un volo da quindici metri:
intatto il viso, e ancora respiravi:
ti sono servite delle ore per morire:
non si voleva arrendere il tuo cuore.

E con questo? Perché scrivo questo
mentre è passato un volo di rondoni
davanti alla finestra e il cielo è tumido
di nubi grigie? E perché dei rondoni
e delle nubi scrivo? Che esercizio è?

Forse è l’esercizio di un bambino
colpevole e ferito che ripete
mille volte la frase sul quaderno:
non, come crede il maestro, per estinguere
la punizione: no, per distrarsi.

Vedere qualcuno? Non ho niente da mettermi.
A pochi posso mostrarmi così.
Recitare non so. Mi distraggo
con i miei giochi, con le mie ossessioni
oppure resto fermo, imbambolato.

Il tuo corpo è sempre stato intatto.
«Quando un viso ha bellezza di cielo…»
La poesia che scrissi che comincia
con questo verso, i primi tempi con te:
è profezia la poesia, ma inutile.

Mi distraggo. Talvolta in un trasogno
t’incontro sorridente, mi tocchi
la spalla con la mano: stai tranquillo
dici – ma vola l’ombra del colpo, vacillo,
m’appoggio a uno schienale, a un mancorrente.

Dai, non è niente. Sono problemi miei.
Tu piuttosto, come stai? Dove sei?


Scritta nel 2021.

Risveglio in due passi, il terzo no

22 sabato Mag 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, morte

Stanotte t’ho sognata, eri nel letto
accanto a me, come quando era vero.
Ti guardavo senza toccarti, sussurravo
«sì, lo ammetto, ti desidero tanto»
mentre dormivi, poi mi sono svegliato
lentamente, lentamente ho compreso
che era un sogno, ma ho pensato
«forse ci rivediamo, ricominciamo»
e dopo qualche istante è arrivata
nella testa la notizia, un secondo
più violento risveglio, un dolore
come un’esplosione: non assimilo
la tua morte, risuccede ogni giorno
e non ci credo, voglio il terzo risveglio:
da quest’incubo assurdo, insopportabile.


Scritta nel 2021.

Film

06 giovedì Mag 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, morte

In un film che ho visto ieri la protagonista
cita una poesia d’amore, un po’ americana
un po’ niente di speciale, dice
che lei, l’amata, vivrà per sempre
perché lui, l’amante, la farà vivere
nei suoi versi. Bella presunzione.

Io scrivo solo per non soffocare
e ugualmente soffoco, mi schiaccia
tutto ciò che t’ha schiacciata, cerco
di salvare sorrisi, ali di libellule
nel peso del tuo corpo dilaniato
ogni ricordo più luccica più taglia:
vetro spezzato che un sole abusivo
sfrutta per fare giochi di riflessi.

Farti vivere? Non ci sono riuscito
quando dovevo, ed è finito il tempo:
adesso sono solo un parassita
che sopravvive in tracce che hai lasciato
vergognoso strisciando nei rimpianti
sul campo che tu hai di te fiorito.


Scritta nel 2021.

Cose di poco prima

03 lunedì Mag 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore e morte, morte

affiorano cose, molte, è naturale
di gennaio, di febbraio, un disegno
lasciato su una sedia, un foglio scritto
o un oggetto, una riga richiamata
in rete, affiorano cose di giorni
in cui tu respiravi e il dolce lume
entrava nei tuoi occhi, giorni che
erano gli ultimi e non lo sapevo
ed è ridicolo, a questo affiorare
ho l’impulso di muovermi di scatto
come a bloccare una biro che rotola
verso lo spigolo del tavolo, o correre
in cucina a spegnere il fuoco
sotto il caffè che trabocca: fare
qualcosa, impedire la caduta
come se ancora non fosse compiuta
è una frazione d’attimo, è ridicolo
ricado dentro il mio corpo impotente
per l’ennesima volta ripasso
la lezione irrevocabile, non c’è
più nessun compito, preme
nel petto, inutile, un’onda di pianto


Scritta nel 2021.

C’era la luna piena

07 mercoledì Apr 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, morte

mi sento il corpo soffocato di pietrisco
come un topo schiacciato da ruote
su una carreggiata friabile a cui
si mischia, s’impasta – non è interessante

scrivo per aggrapparmi a qualcosa
ma ha sempre meno senso, si allarga
lo spettro infrarosso o ultravioletto
il fischio che solo certi cani odono

non assomigli alle fotografie
somigli all’amore tenuto fra le braccia

(per comunicarmi come ti sentivi
quando eri lontana, mandavi
raffiche di foto sul telefono
anche in lacrime, disperata
da nessuno ti saresti fatta vedere
così – con me eri spudorata)

dio santo, lo so che è tutto un nodo
so che tutto è il rovescio di tutto, ma
se non ci siamo amati l’amore non esiste

(mi dicevi che riuscivo sempre
ad arginare le tue angosce – ma poi
non me l’hai più permesso
…
ti fossi stato accanto
afferrarti, tenerti
tenerti, tenerti, finché passa, bambina)

ho sempre pensato che i tuoi baci
sarebbero stati gli ultimi
di questa mia vita
ma ultimi i miei della tua no
no, no, no, non doveva
finire così

sciocchezze, scrivo per tenermi
non so nemmeno perché voglio tenermi
s’è spezzato l’anello
ho visto Nina cadere
fra le corde dell’altalena

il vento non l’ha presa
c’era la luna piena


Scritta nel 2021.

Aspettami se vuoi

06 martedì Apr 2021

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, cose di dentro, morte

stamattina mi sono svegliato fra le tue ossa dilaniate
circondato dalla tua gabbia toracica sottile
un organo abusivo
un feto morto in un utero di costole

è stato, più che un sogno, un sentire nel risveglio
poi la sensazione si è dissolta
lasciando il vuoto

quest’impotenza così definitiva
ieri scrivendo contro i vaccini obbligatori
ho pensato che con un TSO
i farmaci psichiatrici che non volevi prendere
forse…

no

tutto si sovrappone, il piccolo fico
che t’incuriosiva sul nostro terrazzo

[il “nostro” terrazzo: curavi la casa
come una sposa – sapevamo
che era un gioco provvisorio
però che meraviglia]

traslocato qui in piazza Sofia è rigoglioso
è rigoglioso, lui, bastardo
– no, scusa, fico, non volevo, è un delirio

vive in un vaso, vive dove lo si porta
e se invece fosse nato in un bosco
sarebbe rimasto tutta la vita nel bosco
come fanno gli alberi

però la sua storia è diversa, te l’avevo raccontata
a Vercelli mia madre mi aveva detto:
togli quel rampollo di fico
che infesta l’aiuola dove non deve essere
e buttalo nella roggia

invece me l’ero portato in treno a Torino
ed è qui, rigoglioso, affacciato
su piazza Sofia, adesso

avrei voluto tenerti sempre con me
tu erba strappata
curarti, proteggerti, innaffiarti
è un discorso cretino lo so
ogni persona è un mondo indescrivibile
inconoscibile

[non ho imparato ad annaffiarmi da sola
– dice un verso d’una tua poesia]

ma ci siamo mescolati così
da non poter più staccare certi pezzi
pezzi di me si sono schiantati
nello schianto delle tue ossa sottili
si sono spenti nel tuo corpo inquieto

trasformarli in ricordi è un palliativo difficile
e poi perché, per farli
rimorire con me? anche i ricordi muoiono
sono così confuso, così perso

ci siamo a lungo mescolati ma
c’erano parti insolubili, dure
ghiaccio tagliente
che gelava e straziava il tuo mare

nessun abbraccio né mio né di nessuno
poteva scioglierlo

[anche il mio cuore è pieno di sassi
qualcuno tu l’hai tenuto nelle mani
con amore]

adesso
ho comunque messo la videocamera a filmare l’aurora
forse faccio il caffè
e viene primavera
vita immensa leggera
se esiste un luogo, aspettami
aspettami se vuoi


Scritta nel 2021.

Della morte

15 martedì Ott 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amicizia, morte, riflessioni, scenari

siamo tutti nel braccio della morte
e nella gamba, nel petto, nel culo
della morte – non c’è santi – ci fosse
ancora qualche frantume di piacere,
d’ebbri baci, qualcosa che per mia
faciloneria ho chiamato l’amore
e non so cosa sia, però lo voglio

più il tempo stringe, paradossalmente
più nulla sembra urgente:
finisce e non si rifinisce la vita,
non c’è da lambiccarsi per trovare
un finale a effetto, come in coda a un sonetto:
è un banale cessare, uno smettere
di essere
di

perché ci ossessiona, la personifichiamo
ma è l’esito del parto – non ci sono
personificazioni della nascita: magari
una signora di colorate vesti
in larghi gesti il grano a seminare:
chi lo semina è per poi falciare

c’è da fare nel frattempo, trovare
i sensi, le armonie, aiutare
a trovare, curare – si racconta
che nel braccio della morte
giochino con passione ai dadi
o alle carte, che nascano amicizie
forti, finali, dell’odio talvolta


Scritta nel 2019.

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