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Non il tuo braccio vorrei trattenere
con la mia mano, ma altri bracci
che ti premono, ti spingono, t’assediano:
il braccio del tempo, l’insidioso tocco
della malinconia, le dita della sera
vorrei trattenere: e al tempo, alla sera
alla malinconia sussurrare
severo all’orecchio: «Lasciatela stare,
è così bella, lasciatela stare».

Vorrei scriverti versi in greco antico
o in altre lingue ancora più remote
perché nessuno capisca, perché
dall’usura del senso resti indenne
un suono indecifrabile, leggero.


Scritta nel 2016.