Sì, il troppo [de]scrivere
m’ha privato di vivere
non sempre, ma spesso.
Ma adesso
che ormai vecchio
ci penso, fu parecchio
una fuga in [de]scrivere
dal terrore di vivere.
Vivere: dove le storie
non sono mai canzoni
«con una fine mia
tu non andresti via»
come canta Vecchioni.
Qualcuno ha goduto
forse del mio [de]scrivere.
Qualcuno ha ringraziato.
Qualche donna gentile
presa in rete di versi
mi s’è data: in un gioco
di bambini (facciamo
che ero…) s’è prestata
a incarnare l’amore
in cui dentro i suoi occhi
io l’avevo inventata.
Ma è roba da poco:
non c’intessi una vita.
Viene ora di cena.
Ti chiamano, non hai
mai guardato in cucina.
Scritta nel 2020.