Mi piace ritrovarti nei suoi versi:
riconoscerti in un disegno nitido
senza l’ansia di mie sbavature
(mi hai detto quell’ultima volta al telefono:
“Carlo, spesso ricordi a modo tuo”)
I suoi versi sono bellissimi
limpidi anche nei punti crudeli
dove io invece mi confondo e intorbido.
Ce ne sono tre che ho imparato a memoria
chiudono una poesia di salire le scale
scale che anch’io ho salito con te
«Come un passero senza nessuna madre,
sei stata in quel nido a cibarti di solitudine,
fino a quando hai deciso di prendere il volo.»
È bravo, quel «nessuna» è magistrale,
parola chiave fra parole semplici
come elementi chimici periodici
che fanno tutto ciò che il mondo è.
La stessa Musa in due, credo che sia
poco frequente – però ti piaceva
essere nelle poesie d’entrambi:
t’è successo persino di confondere
l’uno con l’altro e io, il meno amato
sono lieto che tu ci confondessi.
Infine entrambi hai condannato a scrivere
poesie di dopo il volo, non avremmo
voluto mai, voluto mai. Non so
vivere adesso, adesso dopo te.
Mi piace ritrovarti nei suoi versi:
t’abbiamo amata come s’è potuto:
niente è mai stato facile, lo sai.
Scritta nel 2021.