Tag

, ,

Sentivo ieri per caso in un tratto di strada
Guccini: “è meglio poi un giorno solo da ricordare
che ricadere in una nuova realtà sempre identica”
bella frase, sarà vero? forse, ma che fai
il mattino dopo quel giorno, e quello dopo ancora?

E al termine del famoso giorno da leone, mentre muori
come vedi intorno a te le pecore, longeve, brucare?
Con un finale amore, o disprezzo, o nostalgia?
E se invece sopravvivi, ti metti a brucare
come loro e ricordi, ricordi, ricordi…?

Se confessare di esistere è una condanna a morte
– come tu dicevi – una scappatoia è nemmeno sapere
di esistere, perché se lo sai già lo confessi
a te stessa: il tribunale più severo. Mi hai lasciato
giorni con te da ricordare, ora mi sento svanire.

Per scrivere la tenerezza del tuo sguardo
non si può scrivere, bisogna cancellare
tutto ciò che è stato scritto su “tenerezza”
e su “sguardo”: la tua luce spietata sottile
mostra quanto sono sporche le parole.
Ma il silenzio è una paresi allucinata.
Se voglio (voglio?) non essere inghiottito
dal ronzio muto, forse posso narrare
come uno storico, certi dati oggettivi:
sorridevi nel lettino a Mondovì
le braccia alzate, il pensiero a qualcosa.


Scritta nel 2021.