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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi tag: entro incerti limiti

Il grido

24 martedì Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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cose di dentro, entro incerti limiti, la parola rinvenuta, letteratura

Ah sì, Sandrina, sì, la poesia
devi intonarla con tutta la voce,
con tutte le parole che ci hanno
visti, pensati, toccati, inventati.

C’è un amore che lega chi non vende
anima e sogno, fa che si conosca
chi non s’è mai conosciuto, frantuma
i vizi vecchi, scardina le porte
versando luce agli ospizi più bui:
e prende a calci in culo le poetesse
dei ciclamini in vaso, i professori
farmacisti di sillabe, i cialtroni
timorosi di non ben figurare.

Ah, Sandrina, il più grande peccato
è regolarci il sangue nelle vene
perché non corra troppo, è lasciare
inascoltato un brivido, esitare
mentre una nota fugge che mai più
ci sfiorerà l’orecchio. Rinunciare
è il più grande peccato, bimba mia!

Se una brezza sparpaglia i suoi sussurri
vibrando piano a spigoli di case,
cori di foglie, musiche di luci,
è così poco quel che ne prendiamo!
Infausto chi non sente! Come puoi
andare via senza che salga un pianto
a liberarti gli occhi, senza che
esultino di gesti le tue mani?

Questa è la cosa che chiamo poesia:
il mio petto che s’apre come vela
a raccontare ogni minimo soffio
o feroce bufera, la mia schiena
tesa e paziente come un predatore
dal cuore vasto e fragile. Trovare
la cicatrice che in ogni parola
ha segnato il coltello della vita
e farla sanguinare, perché gridi.


Da Entro incerti limiti, Edizioni Joker, 2002; poi ristampata in La parola rinvenuta, Genesi Editrice, 2006.

Natale 2001

08 domenica Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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cose di dentro, entro incerti limiti, la parola rinvenuta

Un sole freddo brilla sul terrazzo:
traversando i vetri fa vedere che sono
pieni di piccole macchie di polvere.
Pende la sera precoce d’inverno
come un tendone da chiudere, ora
che finisce una recita imperfetta
e la rimpiangeremo nella notte
dove ci sembra che ululi il vuoto
ma è solo il nostro orecchio che c’inganna
perché il vuoto non ulula, il vuoto non è.

Ci dà più pace un addensarsi
di nubi grigie piuttosto che questa
bellissima giornata di dicembre:
il raggio d’oro ci traversa e noi,
– noi che siamo di un’altra materia
più vile e viva, Dio, più vile e viva! –
la cosa che vediamo illuminata
è il nostro sfarci, il nostro andare in nulla.


Da Entro incerti limiti, Edizioni Joker, 2002; poi ristampata in La parola rinvenuta, Genesi Editrice, 2006.

Giovani alcolici

08 domenica Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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adolescenza, amicizia, entro incerti limiti, la parola rinvenuta

                                         a Giovanni dalla Zonca, detto il Vispo

Le sere di nebbia e inverno con l’amico
al Dopolavoro Ferroviario in corso Italia
a bere vino di scarsa qualità
per dimenticare ciò che neppure
s’era ancora vissuto: due ragazzi
in fuga tra quei vecchi ubriaconi lordi,
già vinti senza sapere neppure per che cosa
si sarebbe potuto combattere.
Era una tappa d’altre cinque o sei
osterie per cui ci avvelenavamo:
disposte a stella in un’ignobile Vercelli
dove il passato marciva col futuro
in una putrefazione calma, dove piccoli muri
sembravano invalicabili montagne,
e non sapevamo dove prendere il coraggio
per andare non sapevamo dove
a fare non sapevamo che cosa.
No, non sembrava vita buona, ma
altra fuga non c’era che il bicchiere.
Sento una tenerezza indispettita
– orfana persino del rimpianto –
per quella vecchiaia vissuta a sedici anni;
sono contento d’un po’ di precaria gioventù
trovato adesso in ben più tarda età.


Da Entro incerti limiti, Edizioni Joker, 2002; poi ristampata in La parola rinvenuta, Genesi Editrice, 2006.

Piccola Torino

07 sabato Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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entro incerti limiti, fuga, la parola rinvenuta, torino

fuga fuga scrittori in fuga col cranio fracassato a porta palazzo dolcezza di agrumi
su camion da sicilia oppure odore capri anacapri cardi anacardi cardinali
addolcite con prati verdi aiole linee austere palazzo madama e madamine
corrusche con le occhiaie interminabili malati terminali agonia di granchi
nelle umide casse al mercato del pesce bianche trombe scosciate majorettes
dalla collina in primavera effluvio d’erba cipollina con matte castagne
d’autunno viale thovez salesiani e albergo a ore con cioccolatini mattutini
quando corso regina nero e giallo come il culo di una vespa punge e muore
sotto il tailleur metamorfosi a rovescio la farfalla s’imbruca e s’inlarva e s’ignora
la signora sul sedici che sfreccia nella così detta feccia senza torinesi a bordo
era un dolce ricordo una sera in corso bologna l’amica non resisteva più
e accovacciata rimboccata smutandata davanti a un fiat fiorino fa pipì
e da superga nel festante coro lascia un nuovo decoro ai castellani buoni
che osservano lo spazio che s’incurva dalla mole giù giù fino ai murazzi
luccicanti di scaglie roteanti luci azzurre con profumo di lustre conchiglie
da cui venere incompresa nasce al prato di via artom con saggezza di condom
al meglio che non coglie nessun film per via roma griffata di stronzette
l’angoscia è un’onda immonda che l’afferra e lo circonda minacciosa
e gli manca qualcosa torino laboriosa torino volontaria che toglie anche l’aria
amore mio l’amore è sempre un gesto inconsulto talvolta anche un insulto
torino che non svela torino che querela torino è una candela precaria
quando il sole la pulisce quasi più non riconosce le sue luci intubate nel falso
cortese galante gentile dura e fredda col guanto col fucile col torbido dei preti
con la disperazione dei poeti e delle troie annegate in buonismo e cioccolate
da baratti scandalosi fra parenti fastidiosi e inquietanti presenze d’eminenze
mimetici avvocati annotati a notai bottegai arricchiti analfabeti devoti ma
soffia un vento che consola intermittente arginando il terrore lungo un viale
ossidato d’argento fottuto di tristezza seduto su una panca di piazza statuto
dove tutto sembra chiuso si riapre si scioglie all’improvviso sorride e l’accoglie
così riprende fiato così grato di gioia riprende la fuga la fuga la fuga


Da Entro incerti limiti, Edizioni Joker, 2001; poi ristampata in La parola rinvenuta, Genesi Editrice, 2006.

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