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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi tag: donne nude

Pecetta creativa

19 venerdì Ott 2018

Posted by carlomolinaro in prosa

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Tag

censura, donne nude

Mia madre diceva
che la donna anche nuda
è coperta dal triangolo di pelo;
oggi tale triangolo è tolto del tutto
o è molto ridotto
soprattutto di sotto;
belle sono le nude modelle ma
sui lavori di rete sociali
(social networks)
copre il solco la pecetta
che scoprì la ceretta
e pure la tetta
nel generale rimbigottimento
va soggetta
a nascondimento
sui lavori di rete sociali.

Ci si può certo spostare
in siti meno limitati
e meno frequentati
però se vuoi postare
un bel nudo su un social network
Facebook YouTube Instagram
e compagnia bella
su fica e mammella
ci va il nero francobollo:
per non parlar del cazzo
che agli animi gentili
dà ancora più imbarazzo.

Ho inventato un cancelletto
#pecettacreativa
fermo restando
che odio la censura
che odio la pecetta
mi sono detto:
«Perché non giocarci un po’?»
Ed ecco la pecetta creativa
per prendere in giro la pecetta
e per prendere in giro, anche, i creativi.

Ora mi volgo in prosa, cioè smetto di andare a capo a cazzo, per spiegare le opinabilissime e personalissime e flessibilissime regole del gioco.

La pecetta creativa è una pecetta diversa dai quadratini neri che coprono le parti che non si possono mostrare sui social network. Questo è chiaro.

Però ci si deve impegnare un po’, dai. Sostituire semplicemente il quadratino nero con una stellina, un fiorellino o un cuoricino, non vale. Non cambia la sostanza.

Soluzioni fotoscioppose si possono accettare se un po’ fantasiose, tipo così.

Ma io direi che è meglio rivolgersi a soluzioni fisiche, materiche, non elettroniche, agendo su foto stampate da rifotografare, appoggiandoci sopra per esempio del temperamento di pastello o delle matite o dell’erba per tisana o una bustina di preservativo – e infinite altre possibilità.

Oppure piazzando le foto nei meandri di una bicicletta, o in infiniti altri luoghi, modi, situazioni.

Oppure, se si ha la possibilità, si può coprire direttamente la modella, per esempio con un libro  – e qui la fantasia può sbizzarrirsi.

Direi che però, a livello di modella, non valgono come pecetta creativa capi di abbigliamento: non è pecetta creativa fotografare una ragazza con un ridottissimo bikini, diciamo.

Anche se esistono pure accessori d’abbigliamento che sono vere e proprie pecette creative, perché sono stati studiati apposta per ingannare la censura, come i tassellini del burlesque.

Insomma, le possibilità sono infinite.

Divertiamoci e creiamo, mettiamo in ridicolo la censura con la #pecettacreativa.

000calq

Nude freedom

02 sabato Dic 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

donne nude, impegno civile

no tassels on the nipples
no pasties
free tits in striptease
free tits on the beach
free tits in the network
free tits anywhere

no thong on the snatch
no g-string
free cunt in striptease
free cunt on the beach
free cunt in the network
free cunt anywhere


Scritta nel 2017.

La Venere degli stracci

26 lunedì Giu 2017

Posted by carlomolinaro in racconti

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Tag

bellezza, donne nude

La sala è già piena, non posso sedermi nelle prime file, allora scelgo un posto molto laterale, l’ultima poltroncina a destra guardando il palco. Da lì potrò alzarmi in piedi e spostarmi contro il muro per fare le mie riprese video dello spettacolo di burlesque: da seduto inquadrerei solo le teste degli spettatori davanti a me. So che il mio video amatoriale è gradito alle due ragazze che organizzano la serata, dove si esibiranno decine di artiste, con diversi stili.

E così faccio: cominciano i primi numeri e mi alzo in piedi, appoggiandomi alla parete per riuscire a tenere più ferma la videocamera. Lo spettacolo è bello e cerco di fare del mio meglio: ho regolato la distanza fissa sui dieci metri, perché l’automatico, con la poca luce che si alterna al buio, sfocherebbe continuamente.

A un certo punto, ma solo a un certo punto, non subito, mi accorgo che dalla mia posizione ho la visuale di un paravento aperto, staccato forse un metro dal muro, che dà sullo spazio dietro le quinte, nei segreti che il pubblico non deve conoscere.

Non ho nemmeno per un istante la tentazione di puntare lì la videocamera: non mi permetterei mai. Sono un documentatore serio e ciò che voglio fissare nel mio archivio di ricordi, a disposizione della collettività, è lo spettacolo, non qualche impropria sbirciatina furtiva.

La videocamera no, ma la coda dell’occhio, insomma, alcune cose le vede. Fra attaccapanni che reggono sgargianti e succinti abiti di scena, tre o quattro ragazze si cambiano, restando per qualche attimo serenamente e completamente nude. Bene. Sono immagini radiose, semplici, che trasmettono gioia.

Una in particolare mi colpisce. In piedi di profilo, un poco china su un mucchio di panni colorati, si toglie le mutande, l’unico indumento che indossa: probabilmente si toglie le mutande di scena per indossare quelle della vita normale.

Il gesto è molto armonioso, lei è liscia come una statua, e così perfettamente nuda, piegata sui panni colorati, si trasforma nella Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto che c’è nel Museo di Rivoli: mi dà una sensazione di pace olimpica, di naturalezza vittoriosa.

Intendiamoci: il significato dell’opera di Pistoletto, quello che si trova nei saggi critici, che dicono perlopiù che vi si rappresenta la contrapposizione dell’arte classica con il disordine consumistico della vita moderna, che a me poi sembra una banale sciocchezza, non c’entra nulla. Io vedo la pura bellezza del corpo femminile alle prese con il gioco variopinto della quotidianità, senza alcuna contrapposizione – mi perdoneranno i critici e lo stesso Pistoletto.

Dunque mi godo il bell’insieme che dura per un attimo: sul palco, ragazze seminude danzano in lodevoli elaborate coreografie; dietro le quinte, una ragazza è nuda semplicemente, come fosse in camera sua, accanto a un armadio di colori messi a caso.

Oh, spero non dispiaccia il mio sguardo fuggitivo. Su quel metro di spazio fra muro e paravento si poteva forse appendere una tenda, però sarebbe stato un intralcio alle ragazze che entravano e uscivano frequentemente, trovo giusto non metterla. E poi, mica c’era nulla di brutto o cattivo o vergognoso, al di là: solo qualche piccolo riverbero di meraviglia, a saperla cogliere.


Scritto nel 2017.

Tag

16 mercoledì Mar 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore respinto, donne nude

I tag che ti hanno messo i visitatori
del sito Met Art
(che ti hanno votata in 560
dandoti un voto medio di 7,1/10
e dunque te la cavi più o meno
come me nei poetry slam)
sono questi:

– more of her please
– girl next door
– pretty eyes
– very cute
– suckable nipples
– tight body

A parte «suckable nipples»
che mi sembra tautologico
(i capezzoli per quello sono fatti)
direi che posso sottoscriverli:
hai un «tight body» per fortuna
(non mi piace la grassezza)
e sei certamente «very cute»
e nessun dubbio sui tuoi «pretty eyes»,
ahi quante poesie ho scritto
sui tuoi larghi occhi!

Anche «girl next door» ci sta:
la tua bellezza
è una meraviglia semplice,
assomiglia più a una mela
fresca e croccante da mordere
che a un piatto elaborato
d’alta artefatta cucina.

Ma il tag che condivido di più
è certamente «more of her please»:
sono sette anni abbondanti
che te lo dico
che vorrei di te qualcosa di più
e tu invece non mi dai nulla,
proprio nulla nulla nulla.

Due parole e un sorriso
basterebbero
a me che di voto ti do 10/10
ma tu nulla,
proprio nulla nulla nulla.


Scritta nel 2016.

Met Art

11 venerdì Mar 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

donne nude, scenari

Mi piacciono le foto di ragazze nude
in stile Met Art, cosce aperte e fica in vista.

I borghesi della mia adolescenza
non le avrebbero trovate interessanti:
«che gusto c’è se tutto è in piena luce?»
era il loro monotono mantra.

Ma io ho bisogno della piena luce
contro il buio vorace, perché so
– in ogni istante della vita so –
che anche quando risplende piena luce
come in un limpido azzurro meriggio
di sole acceso lavato dal vento
non cessa il tempo il suo eterno lavoro
e in agguato è il tramonto.

A voi non basta, come nascondimento
d’ogni straziato stupefatto bello
nella coda dell’occhio avvertire
il calare del nero mantello?


Scritta nel 2016.

“Contro il buio vorace” è un’autocitazione-collegamento che mi sono permesso da Le nude.

La donna inscritta in un cerchio di pietra

27 sabato Feb 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

donne nude, scenari

La donna inscritta in un cerchio di pietra
– apertura d’un muricciolo agreste
su cui s’arrampica un ramo con bacche
scure, su un fondo di prato e palmizi
e cielo bianco d’un giorno che pare
di tarda estate – è giovane e bella:
è nuda come l’uomo vitruviano
ma è, in carne e occhi, una modella
che posa per gli scatti d’un fotografo.

La donna inscritta in un cerchio di pietra
poggia sul cerchio i suoi piedi e le mani
quasi a impedire che il varco si chiuda.
Non sono auree le sue proporzioni
ma sono vive e mobili: le foto
fissano gli attimi del divenire
dell’incommensurabile bellezza
che in lei prende materia e movimento.

La donna inscritta in un cerchio di pietra
è una modella: in cambio d’un compenso
posa nuda, ai comandi del fotografo
apre un poco le cosce, mette in mostra
il solco rosa della vulva fresca;
piccoli e bruni ha i capezzoli acerbi,
sgarbata un poco è la linea dei fianchi,
spettina il vento i capelli castani,
c’è sulle labbra un sorriso enigmatico,
c’è negli occhi un mistero inesplorabile.

La donna inscritta in un cerchio di pietra
offre un istante d’eterna bellezza:
questo è il dono divino inafferrabile
da godere indifesi: ci sommerge
l’estasi malinconica impotente,
noi creature mortali affascinate:
così ’l geomètra che tutto s’affige
non solo non ritroverà un principio
ma anche perderà tutto di sé.

La donna inscritta in un cerchio di pietra
finito il suo lavoro di modella
esce dal cerchio, ride, si sgranchisce
e si riveste, torna alla città,
all’insignificante indispensabile
intreccio di faccende quotidiane
su cui l’umana stirpe costruisce
il mondo delle cose e delle azioni,
da morte distraendosi col fare.


Scritta nel 2016.

Spam

08 domenica Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore respinto, donne nude, scenari

Mi è arrivata una mail di spam
da un sito di foto di nudo
che mi propone foto di te nuda
nel sole e nei fiori
«Sun and Flowers with Eva»
a soli euro 19,90
e non c’è niente di strano: spero
che almeno qualcuno delle centinaia di migliaia
a cui sarà arrivata la stessa mail di spam
acquisti le foto
e ne apprezzi l’immensa,
la quantomeno ai miei occhi immensa
bellezza:
ma sai qual è
la strana cosa che ho pensato?
Ho pensato che forse la quasi totalità
delle centinaia di migliaia di ignoti
a cui sarà arrivata la stessa mail di spam
penseranno che il tuo breve nome
sia un nome di fantasia:
e io che so che invece non lo è
sono, di tutti, quello
che tu tieni più lontano da te:
io che ti vorrei, normalmente vestita,
per due parole davanti a un caffè.


Scritta nel 2014.

Due puttane al Tiburtino

08 domenica Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

donne nude, scenari, viaggio

Che ci fanno due puttane,
alle quattro del mattino,
seminude in una strada
del quartiere Tiburtino?
Gli acquirenti dell’amore
sono forse ancora in giro?
Basta cazzi, belle figlie,
viene l’alba di sbadigli:
spero abbiate un posto quieto,
una stanza accomodata
per un’ottima dormita.
Dopo aver assecondato
tanti sogni disperati
di notturni pellegrini,
socchiudete gli occhi belli,
rannicchiatevi tranquille,
non pensate a tutti i guai
e sognate un poco voi.


Scritta nel 2015.

Le nude

07 sabato Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

donne nude, impegno civile, le cose stesse

Vedere ragazze seminude o nude
belle ragazze seminude o nude
che danzano nude o danzando si spogliano
o seminude giocano in luci e colori
in un locale con musica e gente
o nude giocano a pallavolo
su una spiaggia naturista
o nude posano per un fotografo
– è bello, non rompetemi le palle:
non rompetemi le palle
con i vostri discorsi volgari maschilisti
o sussiegosi femministi
che in questo caso – è curioso, no? –
vanno a parare allo stesso dispregio.

Non rompetemi le palle:
dire che queste cose fanno schifo perché
anche la tivù di Berlusconi le fa
è come dire che Dante fa schifo
perché anche Bondi le poesie le fa.

Belle ragazze seminude o nude
che danzano nude o danzando si spogliano
è un patrimonio dell’umanità
che l’Unesco dovrebbe tutelare:
affascinava ottomila anni fa,
finché c’è vita affascinerà.

E la ragazza che lo fa
– io la guardo con vasta gratitudine –
aggiunge al mondo un tocco di splendore
ruba un poco di luce
contro il buio vorace che noi tutti
attende con il suo sogghigno stronzo.

Vedere ragazze seminude o nude
nell’armonia del corpo in movimento
è bello, non rompetemi le palle
né rompetele a loro – guardatele piuttosto
e se siete fortunati baciatele
e anche fidanzàtevici
purché dopo fidanzate non diciate loro
di smettere di danzare seminude o nude:
se avete quell’idea piuttosto astenétevici.


Da Le cose stesse, Matisklo Edizioni, 2013.

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