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Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi tag: cose erotiche

Roma 2000

15 mercoledì Apr 2020

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose erotiche

Mi tengo in pizzeria sulle ginocchia
una fiorente giovane mignotta.
Dall’ampia scollatura della maglia
si sporgono le zinne seminude
nel solco fra le quali hanno sborrato
gli amanti numerosi e generosi
per tutto il pomeriggio – ma la sera
è riservata a me: dopo la cena
sul letto spargerà i biondi capelli
e tutta s’aprirà al mio penetrare
nell’abbraccio dolcissimo d’amore.


Scritta nel 2020.

D.

08 mercoledì Mag 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore vissuto, cose erotiche

Vedendo che scendevo lungo il corpo
per leccarle la fica, mi ammonì:
«Guarda che io non mi lavo mai».
Affermazione enfatica, però
era effettivamente odorosissima.
Molto mi piacque e io piacqui a lei:
anch’io non mi lavavo quasi mai.

Tempi lontani: avevo quarant’anni,
lei venticinque, i profumi di pelle
erano buoni e buone le follie
giocate insieme, vero o no che fosse
l’essere insieme: non ci pensavamo.

Oggi un’igiene mentale e anche fisica
è imprescindibile: non è gradevole
la puzza ai vecchi e anche le follie
si perdonano meno che ai ragazzi.
Non ci sto bene in questa età, ma è
un oggettivo dato, è la realtà.


Scritta nel 2019.

Titfuck day

04 venerdì Gen 2019

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose erotiche

in un bordello a Tarragona
una trentenne popputa puttana
genuinamente catalana
offre il titfuck day:
giorno della spagnola
che qui chiamano cubana

il cazzo fra le tette
solo quello promette
prezzo promozionale
per fare solo quello:
concludere schizzando
sperma fra seno e collo

oggi soltanto quello:
ma se vuoi penetrare
nella vasta ficona
o nel culo slargato
puoi tornare domani
con il prezzo consueto

è una bella ragazza
gioviale e sorridente:
la immagino a notte
dopo l’ultimo cliente
con le poppe odorose
di cazzi innumerevoli

di certo non si lava
non perde troppo tempo:
dall’uno all’altro uomo
passa fra tetta e tetta
soltanto una salvietta
umida usa e getta

in un bordello a Tarragona
una trentenne popputa puttana
è bellissima e vorrei
di questo titfuck day
esser l’ultimo cliente:
sentirla tutta aulente

forse ciò manifesta
omofilia latente:
o più semplicemente
mi piacciono gli odori
che lasciano gli amori
sui corpi delle donne

in un bordello a Tarragona
una bella fanciulla
in una dolce sera
il cuore m’innamora:
e per qualche momento
m’allontana dal nulla


Scritta nel 2019.

Bellezza fiera

29 giovedì Nov 2018

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

bellezza, cose erotiche

Con le mammelle lucide di sperma
spalmato appena con le dita, dopo
la svelta prestazione alla spagnola,
tirava su il corpetto del vestito
macchiandolo, ne regolava il bordo
perché la scollatura confinasse
con la circonferenza delle areole,
tornava nella sala delle danze.
«Di certo non mi lavo dopo ognuno»
– ma non era pigrizia, le piaceva
che le presunte caste sibilassero
ai fidanzati indotti in tentazione:
«Bel décolleté, però puzza di cazzo».


Scritta nel 2018.

Te la fa solo annusare

24 mercoledì Gen 2018

Posted by carlomolinaro in poesie

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amore, cose erotiche, eros

non è bello quando dicono di una
«te la fa solo annusare»
io però in qualche caso rivaluterei
se hai un buon odore
buono intendo non per i profumieri
o i maniaci dell’igiene
dico buono sensuale
acuto e molle insieme
come solo gli odori di ragazze sanno essere
anche forte quasi sporco
tu ti metti lì
nuda
o anche solamente seminuda
e mi ti fai annusare

io ti giro intorno come un cane da trifola
ti inspiro
ti trattengo nelle narici come
trattengono in bocca il vino i sommelier
può bastare
se poi ci vengono idee più interattive
di tipo tattile eccetera
non le escludiamo
ma se non vengono va bene lo stesso
custodisco il tuo odore
nelle ampolle
della memoria olfattiva
bastano poche gocce per volare

e se invece non si può fare
neanche questo
pazienza però uffa
vedrò di sublimare la voglia
facendo belle foto a colombi e gabbiani
in riva al Po
così le posto su Instagram e Facebook
e mi mettono un sacco di like
tirano like gli uccelli
che fotografo

però preferirei una sniffata
di qualche tua buona piega sudata
collo, orecchio, ascella,
attaccatura inferiore della mammella,
plissetto del fianco, snodo
tra fica e coscia, incavo del ginocchio,
natica e via discorrendo
tranquilla che non t’accuserei mai
di farmela solo annusare
annusare è già tantissimo

niente dai lo so
che non si può
non funziona così il meccanismo
relazionale, ci vogliono
prerogative
come osserva benissimo il Gruccia
nel penultimo verso
d’una sua poesia


Scritta nel 2018.

Quanti

12 martedì Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore, cose erotiche

Fra quanti glutei, su quanti ani, per quanti scroti
verso quanti glandi è dolcemente scorsa
la tua agile lingua? Quanti peni hanno varcato
della tua vulva le morbide labbra?
Quanti col pugno chiuso hanno slargato
la capiente vagina? Quanti spruzzi di sperma
hanno fatto ricami sul tuo viso?
Ha orinato qualcuno sul tuo seno?
E donne, quante donne hai baciato
su tutto il corpo? Hai provato due membri
insieme, nei due fori che separa
il breve perineo? Con quanti donne e uomini
hai dormito abbracciata, con quanti
hai camminato mano nella mano?
Non c’è nulla di morboso né geloso
in queste mie domande: c’è un’attenta
curiosità d’amante, c’è una voglia premurosa
di partecipare alla tua vita. Ma lo so
che non lo si capisce mai, mai, mai – perciò
queste domande non te le farò.


Scritta nel 2017.

Cuori solitari

05 martedì Set 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose erotiche, eros

Slargare le cosce dovrebbero
alcune, mostrarmi la fica
aperta, odorosa, fragrante
offrirla ai miei sensi, al mio tatto.

Fluttuare le poppe dovrebbero
alcune, strisciarmi i capezzoli
sul viso: così sporgerei
le labbra e la lingua a lambire.

Dovrebbero accogliere alcune
il cazzo, i trepidi sogni,
lo slancio, lo sperma, la voglia
che ho nella carne e nell’anima.

Dovrebbero. Si obietterà:
perché poi dovrebbero? Mah,
così: per provare a creare
possibile felicità.


Scritta nel 2017.

Il consiglio della buona puttana

17 mercoledì Mag 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose erotiche

La fica sia morbida, solida, robusta,
dice Laura mostrandola, deve
saper far entrare un paracarro
e stringere un fuscello, ci sono
ginnastiche, dice, praticate in Oriente,
poco da noi, e non si creda che
sia roba solo da professionista
o roba maschilista, migliora
il piacere di entrambi.


Scritta nel 2017.

Della prostituzione

06 sabato Mag 2017

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose di dentro, cose erotiche, impegno civile, scenari

Il desiderio di calore di pelle,
di fragranza di seno, d’umidore
di grembo fresco odoroso, di pube
salino, di solco luccicante
come fra palpebre, il desiderio
di fiato nei capelli, d’eco
incarnata d’orizzonti, di guizzo
di membro agli orli, di sapore
di schiena, di collo, di quiete
sussurrata al traboccare, d’umore
versato e colto, il desiderio
che in fondo è semplice, ma più in fondo
è complesso, divino, se non può
appagarsi in miracoli concordi
di reciproca pura attrazione,
allora piuttosto che millantare
confusi ambigui amori
con spergiuri, ridicole finzioni
fintamente credute, volgari sottintesi
in progetti collusi, è meglio, molto meglio
un biglietto da cento, ricevuto o dato,
è onestamente, lealmente, qualcosa.


Scritta nel 2017.

Sopra una foto

20 martedì Dic 2016

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose erotiche, impegno civile

SOPRA UNA FOTO DI RIMMING AMATORIALE
dove una giovane donna è rappresentata in atto di leccare un culo

Il formato quadrato fa pensare
a un telefonino di qualche anno fa:
i moderni smartòfoni le fanno rettangolari.
È stato usato il flash, l’illuminazione
farebbe inorridire anche l’ultimo
dei dilettanti. Eppure è grazioso
l’insieme. Di lui si vede solo il bacino,
dall’ombelico alla coscia. Lei affonda
il viso fra le natiche, sotto lo scroto,
premendosi contro, di profilo, e fionda
la lingua, con precisione, sull’ano.

Lei è carina, capelli castani, viso lindo,
occhi larghi (li tiene chiusi ma intuisco
che sono larghi), orecchie lunghe, ricorda
vagamente qualcuna che conosco.
Ha un orecchino di brillantini,
si vedono le spalline nere di un vestito
che indossa, fuori dall’inquadratura.

Probabilmente la prima impressione
è che lei sia vittima o troia o entrambe le cose:
la sessualità è così carica d’orpelli
semantici, sociali e di potere
che mai ce ne potremo liberare.
E in «leccare il culo» è dominante
la metafora: adulazione, umiliazione,
sottomissione e altri simili concetti.

Eppure la foto è assolutamente aperta
a ogni interpretazione. Potrebbe essere
un gioco fra amici, per il gusto
di tutte e tutti; potrebbe essere
una escort noleggiata da maschi;
potrebbe essere che sia lei sia lui
siano escort, noleggiati da un terzo voyeur;
potrebbe essere un finto amatoriale
orchestrato da un pornoproduttore;
potrebbe essere una scommessa;
potrebbe essere (benché, lo ammetto,
meno probabile) che lei abbia ingaggiato
un escort che si facesse leccare lì:
io da giovane, ricordo, leccai il culo
previo pagamento di trentamila lire
a una prostituta, mai vista prima
e mai rivista dopo, che mi ispirò
chissà perché, quella cosa così intima
(ne fu un poco, infatti, stupita).

La foto è aperta a ogni interpretazione eppure
oltre al giudizio d’oscenità, prevale
l’idea che lei sia vittima o troia
o entrambe le cose. Non vengo da Marte,
anche in me è questa la prima sensazione,
ma ritengo che bisognerebbe, come dicono
gli psicologi, «lavorarci» un po’ sopra,
scavarci un po’ dentro, magari liberare
altre visuali, altre angolazioni.

E non solo per quel che riguarda le foto.

Comechessia, lei la trovo simpatica,
delicata, mi piacerebbe conoscerla,
ma queste foto, è chiaro, non si firmano:
non la potrò cercare in social network.

Per una migliore documentata comprensione
questa poesia andrebbe pubblicata
con la foto che l’ha ispirata:
ma mi bannerebbero da qualsiasi sito,
e credo che Einaudi non la vorrebbe,
l’unico luogo dove verrebbe accettata
la poesia fotodocumentata
sarebbe, credo, un portale porno:
anche questo significa qualcosa.


Scritta nel 2016.

Nei pompini nei porno

25 mercoledì Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

cose erotiche, scenari

Nei pompini nei porno
non sopporto che il cazzo in bocca
sia sbilenco, di traverso, che gonfia la guancia
dell’attrice, rendendola deforme.

È un esempio per dire
che dappertutto mi sembra necessaria
una qualche armoniosa accurata bellezza.


Scritta nel 2015.

In fondo, t’ho scopata

10 martedì Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

amore vissuto, cose erotiche, la parola rinvenuta, sospeso sogno

In fondo, t’ho scopata. A dirla tutta,
t’ho pure messo la mia mano dentro
fino alle nocche, nonché un dito in culo,
e la lingua dovunque. T’ho scopata
persino senza guanto. Cosa dunque
voglio di più? Potrei fare una tacca
sul bastone: sarai la quarantesima
o giù di lì, non è nemmeno male
per un intellettuale un po’ impacciato,
quello che sono e sono sempre stato.

Farò così. Dovrò dimenticare
che sono cotto, sono innamorato,
ti penso sempre, sono peggio che un
sentimentale giovine romantico…


Da Sospeso sogno, Edizioni Joker, 2003; poi ristampata in La parola rinvenuta, Genesi Editrice, 2006.

Le vostre vulve e il mare

08 domenica Nov 2015

Posted by carlomolinaro in poesie

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Tag

allo sbocco del vortice, cose erotiche, la parola rinvenuta, poesie del Novecento

Le vostre vulve odorano del mare
più vicino: dell’acqua che si scrolla
in mille sprizzi dalle reti alzate
o si versa dai secchi sulle vasche
del mercato del porto, e ricóla
a lucidare le pietre impudiche
tornando al mare. Le vostre fessure
umide come uno spacco di scoglio
dove un rigagnolo nutre conchiglie
si fanno larghe per il mio frugare
e premere e riempire quando cerco
di congiungervi i cieli coi piaceri
e con i vischi delle notti dove
la nera luce gorgoglia miraggi
con le scaglie dei pesci sviscerati.

Ragazze dalle vulve penetrabili
come golfi o lagune o come il vero
amore, profumate d’infinito!

Qualche goccia, impigliata al vostro pelo
o alle cosce guizzanti, s’addomestica
e fa meno lontano il dio lontano
che regna, forse, nei mari invisibili.


Da Allo sbocco del vortice, Edizioni Joker, 1996; poi ristampata in La parola rinvenuta, Genesi Editrice, 2006.

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