• About

Carlo Molinaro

~ poesie e altre cose

Carlo Molinaro

Archivi tag: cose di dentro

…

26 martedì Lug 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

amore, cose di dentro, scenari

GRACILE
FRAGILE

ESILE
ESULE

Le parole civettano, sviano
per casuali suoni, fandonie.
Ti portano là dove vogliono loro
o là dove tu hai voluto che vogliano:
in sicure, per oggi, finzioni.

Ci siamo costruiti su un accomodante equivoco.
Esiste ciò che nomini.
Che scienza! Lo sapeva l’aborigeno:
dai un nome alle cose perché esse siano.

Un piccolo benevolo errore originale:
errata corrige:
dai un nome alle cose perché tu sia.

Può il tuo corpo essere stato
solo un gioco di ossa e di carne
vestito d’un peplo di parole insufficienti?

Né la pelle né il verbo contengono senso
eppure sento che è, che siamo, che sei.

Se tu sapessi come sono stanco.

Mi manca l’ombra nei tuoi occhi, il gesto
del tuo viso a guardarmi, la voce
stanca o impennata. Soprattutto manca
ciò che non so se sia mai stato: noi
non gli abbiamo dato nome:
non ci siamo fatti essere, ma
sento che è, che siamo, che sei.

È meglio chinarsi su cose mostrabili:
è fiorito esagerato il gladiolo sul balcone
e pende sul fico e su piante spontanee
infestanti – ma no, non le strappo, tranquilla.

Com’è delicata la tua mano sullo stelo.
Respiri bene, il polso è regolare.
Ti prendo il succo di frutta alla Coop.


Scritta nel 2022.

I bambini feriti

26 martedì Lug 2022

Posted by carlomolinaro in prosa

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, scenari

Non vi avvicinate. I bambini feriti
stanno chiusi, piegati, non ci sono per nessuno
e non si raccontano. Li raccontano altri
per approssimazioni, è meglio non sentire.
Stanno chiusi, piegati, senza sapere sanno
che nessuno può dire né guarire
né risarcire né restituire
né consolare. Chi li tocca ripunge
le ferite. Non vi avvicinate.

Può accadere che due bambini feriti
si accorgano fra loro, per essersi guardati
senza parole. È un rischio. Lo corrono
talvolta, prima rapidi, guardinghi
pronti alla fuga. Ogni taglio è diverso:
genera lingue sue mutevoli. Senza
sapere sanno che non si può capire.
Inventano un gioco che li renda complici
e se va bene, in tregua, si sorridono.

Passano gli anni, se passano: cancrena
o cicatrice, dissanguano o rifanno
vene nuove, una pelle compatibile
con l’esistenza o no. Chi muore, muore.
Chi vive ha voglia di guardare avanti
in quel tratto di strada che percorrere
sembra ora si possa, con parti salvate.

Ricorda a strappi le mutilazioni
e il sanguinare. Se prova a raccontare
ciò che adesso gli pare di vedere
più chiaro, ode in sé un uomo parlare
per approssimazioni, è meglio non sentire.

Non vi avvicinate. Il bambino ferito
non alza il capo, non apre le mani:
nell’uomo adulto che è sopravvissuto
sta in un piccolo spazio, silenzioso.
Se ne avverti il respiro, non fare rumore:
ha pianto a lungo, lascialo dormire.

[tutto questo, sono approssimazioni
insoddisfacenti, per tirare avanti]


Scritta nel 2022.

La domanda

26 martedì Lug 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, riflessioni

Guardo i tuoi denti bianchi in un sorriso
con in braccio il bambino di un’amica
a Mondovì, anche gli occhi sorridono
nella fotina al volo del telefono.

Agosto del ’18, ci eravamo
da poco conosciuti ma già lunga
era l’intimità, la confidenza.

So quanto stupida è questa domanda
eterna, universale:
ma ogni volta che brucia si rifà:
perché vince il male?


Scritta nel 2022.

Fioca luce

25 mercoledì Mag 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, scenari

la poesia dove scrivi della vita
che Mai dovrà varcare quella soglia
dove si scorge una fioca luce calda…
Impostore!

l’hai illustrata con una foto allo specchio
a lume di candela, nella casa
di corso Belgio, è una bella foto:
la fioca luce calda rischiara
il tuo volto duplicato nello specchio, in cui
è duplicata anche la fiammella:
eravamo insieme, ti ho aiutata
a scattare la foto, a elaborarla:
oh, l’idea ce l’aveva data l’Enel
non ti aveva ancora allacciato la corrente:
per questo, non per romanticismo
stavamo a lume di candela:

erano le ultime sere prima del tuo chiuderti
in una solitudine lunghissima
e poi

(sono stato l’impostore, la soglia, lo specchio
o molto meno, nulla? di certo
non capivo mai niente, me lo dicevi tu)


Scritta nel 2022.

Dasein

14 sabato Mag 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, scenari

Una doccia, la roba in lavatrice, la guardo
girare nell’oblò, ricordo una volta
che t’eri incantata tu a guardarla, adesso
la lavatrice è qui, gira ancora, tu no.

Ho messo, nel risciacquo, del bicarbonato.
Volevi panni lindi, senza odori.
Perché io scrivo queste stupidaggini?
Non so. C’è vuoto. L’essere non è.


Scritta nel 2022.

Dissipazione

19 martedì Apr 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

amore e morte, cose di dentro, scenari

Sei partita. Mi osservo decadere:
è più lungo il mio soggiorno. Non dico
manchi bellezza in quest’isola sferica
che tra altre sfere rotola nel vuoto.

Non manca: ma ogni incanto è assottigliato
in esile pellicola, non basta
ad avvolgere il grumo del dolore
questo miraggio d’acque, di riflessi.

Un sopore, o sensazioni forti
primarie, erotiche, vulve allargate
come vele, un rivolo di sperma
fra un seno e un ombelico, può sospenderlo.

O una rabbia, un sanguinare. Rivendica
la carne il suo dominio, il cordone
che nutre e tiene in schiavitù il pensiero:
vola in astratti cieli! – finché pulso.

“Ogni incanto”, “miraggio d’acque” – smettila!
Le tue finzioni cessano al cessare
della trachea, del fegato. L’eterno
è silenzioso, umile, nascosto.

Sei partita. Mi osservo decadere.
Qualche cosa, nel tempo, devo fare:
rivederti salire fra i rami degli alberi,
allungare radici in speranze di falde.


Scritta nel 2022.

Serale

17 domenica Apr 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

amore e morte, cose di dentro, scenari

Il rimpianto della tua filigrana
mi fa apparire l’arte grossolana:
la nostalgia di te così fina
– porcellana, fragranza mattutina.

Perché ti sei perseguitata tanto?

Alla finestra ho lasciato che la notte
venisse: come sono fuggitivi
– eterni – i colori del crepuscolo!

Ho nella testa voci stereofoniche
da punti nuovi, scrivendo imbroglio i tasti.
Una bambina tra un orecchio e la nuca
poco fa mi gridava, in sussurri, qualcosa.

Negli occhi ho una culla vuota, un banco
di scuola vuoto, un orto vuoto, un prato
vuoto, vedo il tratto lacerato
in ogni traccia di tempo e di spazio
anche dove non sono mai stato.

Mi butto sul letto. La casa è cambiata
ma il letto è quello dove t’ho abbracciata:
nelle mia braccia ti sei rannicchiata
allora – ora ti cerco ed è impossibile.

Come nessuno ci siamo parlati
e un poco so, un poco so con paura
perché ti sei perseguitata tanto.
“Se sai ma non è tuo, potrai averne cura”
mi dicevi con ultime, nitide, parole.

Non nitide le mie. È grossolana
la mia mente colpita, la tua filigrana
è meglio se la lascio raccontare
all’ingemmata erba, al bosco, al mare.


Scritta nel 2022.

Nimis

17 domenica Apr 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

amore vissuto, cose di dentro

Fin dal primo giorno, non è un modo di dire
fin dal primo sguardo, dalle prime parole
dal primo giro su stradine di campagna
è stato chiaro che nulla era facile:
e verso sera in quel primo giorno insieme
ti ho accompagnata dal tuo psichiatra
che è una cosa abbastanza originale
per un primo giorno insieme.

È stato chiaro che nulla era facile
ed è stato chiaro che io m’innamoravo
fin dal primo giorno, ma non è una scusante:
mi potevo astenere, allontanarmi
o tu potevi allontanarti, invece
ci siamo avvicinati, così dopo qualche mese
tu mi hai concesso di viverti accanto
e io non ti ho preservata dal male.


Scritta nel 2022.

La fede del cane

17 domenica Apr 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, scenari

non è che non la sento primavera:
i panni colorati, il verde nuovo
mi colma di rincorse, di respiro:
non è per debolezza che sto fermo
lasciando che soltanto il cuore salti
per i campi del sogno e del ricordo:

sto fermo ad aspettarti, in ogni luogo
vegliando pronto, con i sensi tesi
e nessuna ragione da spiegare
né qualcosa da fare:

è semplice, sto fermo ad aspettarti
con la fede del cane che rimane
quando i parenti sono andati via
sul confine di ghiaia del cancello:
pulsano, sotto, vene di radici:
faranno scudo al buio della notte


Scritta nel 2022.

Ipoludio

23 mercoledì Mar 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, scenari

I.

Non riuscirete a delimitare l’abisso
col nastro bianco e rosso
dei vostri delitti e dei vostri cantieri.
Non riuscirete a
mettervi in sicurezza.

«Non era possibile.
Non era nostro compito.
Non è colpa nostra!»

Alla luce improvvisa che s’accende
veloci blatte sparite nei buchi
di coscienze rattoppate
cartonati di saggezza
ologrammi di buonsenso
a perdita d’occhio le quinte di bontà.

Che fosse o non fosse possibile.
Che fosse o non fosse mio compito.
È colpa mia.

Lo schianto crepa il timpano del tempio
e inclina le colonne del teatro.
La pazienza di Nemesis trascende
i cori in musichetta dei call center.

«Elaboriamo il lutto, brainstormiamo
un seminario ad appianare tutto.»

Né s’elabora né appiana.
Cade e ricade il sangue senza fine
da quando un uomo lo sottrasse al Caos
innocente terribile. Gli diede
valore, per poterlo calpestare.

Nemmeno esiste il lutto, esiste Hybris
e chiama dalle ossa dilaniate.
Ascolto e attendo, qui mi fermo, voi
fate come vi pare.

II.

Non fu sottratto veramente al Caos
il sangue: ne fu fatto copia/incolla
con un rudimentale vecchio software
sopra fogli di senso, di legami
a cui fu dato nome realtà:
un nome, appunto, realtà, perché
la si potesse riconoscere. Il Caos
immune a ogni germe del bisogno
di riconoscimento, senza specchi
continuò a scandire: né sensi
né legami gli servono, s’insinua
in pomeriggi di fauni postmoderni
e guida glandi in vulve o in ani, bocche
su bocche, su capezzoli, benché
filosofie e poesie l’intralcino
spesso in scontri fatali. Ma questo
non ci interessa, noi siamo linguaggio
e come del cervello la corteccia
conta per noi della vita e della morte
la veste di parole, sottile, arbitraria
quanto basta per credersi
brevemente, accidentalmente libera.

Questa veste talvolta uccide prima
che il Caos, senza sapere, dia alla morte
il suo turno nel giro. Da scheletri d’insetti
(indenni, tranne se li contempliamo
d’ogni angoscia o dolore)
né Hybris chiama né attende Nemesis:
l’increata divina che credere creata
da noi è intollerabile, rimane
in altri spazi. Ma, ripeto, questo
non ci interessa, noi siamo linguaggio
che muore come animale al macello.

III.

S’io fossi gatto m’acciambellerei
e la tua morte dimenticherei
come la mia. Discorso vano: sono
uomo e urla da ossa dilaniate
di donna Hybris, il taglio nell’anima
(che esista o non esista è irrilevante)
mi è pena e mi consola, non governo
il Caos ma porto a Nemesis nell’ombra
con i migliori colpi di timone
il fantasma di nave naufragata
nei cui fasciami un sole immaginario
eterno si nasconde. Sia o non sia
possibile, sia o non sia mio compito
è mia colpa, io qui mi fermo, voi
fate come vi pare.


Scritta nel 2022.

Il fischio

09 mercoledì Mar 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, scenari

Quand’esci di stazione dopo il treno
che ha portato chi non ritornerà
quella in cui esci non è la città
di prima: era la tua, lo era: adesso
non la conosci, vorresti andar via
com’è andata via lei – perché rimani
se a lei è stata così inospitale?

La pura carne come il puro spirito
fugge al dire. Potrà venire a noia
quest’infangare parole nel mezzo
cercando appiglio, pretesto, rappezzo.

Allora sì, bisognerà partire.


Scritta nel 2022.

Allucinazione

23 mercoledì Feb 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

amore, amore e morte, cose di dentro

Stamattina presto ho dato un po’ d’acqua
alle piante sul balcone, alle sette e cinquantuno
è uscito il sole dalle colline, limpido:
quando è limpido spara subito raggi bianchi
abbaglianti, ho pensato di farmi un caffè
ma camminando verso il cucinino
mi è parso faticoso lavare la caffettiera
e riempirla e metterla sul fuoco e accendere
il fuoco, così ho mangiato uno yogurt
che è lo stesso, mi sono seduto sul letto
fra miei pensieri e tu ti sei voltata
un attimo a guardarmi mentre ti sistemavi
la maglietta, così ti ho vista, eri seduta
sul mio ginocchio, ti sei chinata
per allacciarti, credo, le scarpe
e mi hai guardato di nuovo, come a dire
“esco, sono pronta”, era tutto normale
tranne il tuo essere un poco trasparente
e non avere peso, hai fatto un cenno
d’intesa come chi esce un attimo e poi torna:
non sei andata alla porta, sei svanita
come è naturale, penso, per le visioni:
eri soddisfatta, forse per ciò che andavi
a fare uscendo, e con un tipo di sorriso
che non è rimasto in nessuna fotografia
perché è di oggi, non di prima, mi hai reso
partecipe, è stato bello stamattina
per un istante – allucinazione? la si può
chiamare così però sia benedetta:
se la salute mentale è perderti del tutto
meglio essere malati, come in fondo
tu e io, trovandoci, siamo sempre stati.


Scritta nel 2022.

Luna piena

15 martedì Feb 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

cose di dentro, riflessioni, scenari

Ma è già piena la luna? M’ha sorpreso
mentre la sorprendevo appena sorta
verso il tramonto, sul parco Colletta:
e l’ho fotografata, vizio mio.
Allora sono già dodici lune.

È vero, il ciclo della luna dura
meno del mese, perciò m’ha sorpreso.

Dodici lune fa, verso la sera
ero tranquillo, invece avrei dovuto
correre, urlare, sfondare la tua porta
a pugni e calci, fare qualcosa
che non so, perché quella notte
non ti chiamasse a sé la luna piena
riflessa sull’abisso, bianco spettro
nel pozzo del cortile. Dove sei?

Poco in là, gli studenti dell’Artistico
scaricano da un furgone attrezzatura
musicale: la scuola oggi è occupata
e di canti e di giochi sarà viva.

Tu l’hai fatto l’Artistico, poi
l’Accademia, ottimi voti, lasciata
nell’ultimo anno, dicevi per motivi
di famiglia, ma forse era già che
ti vietavi di nascere, fiorire.

Vieni a ballare coi ragazzi! Mostra
fra le tue dita sottili la luna
così che s’accorgano e allarghino gli occhi.
Fai ciò che hai sempre fatto: regala
lievi cose preziose
senza essere vista.


Scritta nel 2022.

Foto scattata alle cinque e mezza della sera del 15 febbraio 2022 al Parco Colletta a Torino.

31 gennaio, 1983, 2022

13 domenica Feb 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

amore, cose di dentro

È arrivato il vento di mare a ripulire
Torino, proprio come quel mattino
dopo la notte che nacque Lucia.
Il vento toglie le ultime foglie
(le più testarde) agli alberi spogli.
Lucia è bellissima e ha quattro figli,
sul fiume azzurro si alzano uccelli
che guardo da lontano, dal balcone.
Quando lei nacque, avevo dieci anni
meno di lei adesso, rincorrevo
ogni cosa, ogni donna, forse niente.
Tutto cambia o non cambia, è ritornato
il vento caldo e fa vortici belli
ai crocevia delle vite, dove perdi
la strada e incontri ciò che non cercavi
e che è grazia trovare. Le ombre
salgono ai rami e i rami fanno gemme
predisposte alla luce. È bellissima
mia figlia, è una ragazza misteriosa
con le gioie e i dolori e con tutte le cose
di cui nessuno può sapere niente
come niente si sa del vento, delle sere.


Scritta nel 2022.

L’orrendo febbraio

23 domenica Gen 2022

Posted by carlomolinaro in poesie

≈ Lascia un commento

Tag

amore e morte, cose di dentro, scenari

viene fra poco l’orrendo febbraio
è un anniversario lungo un mese
dalle nostre telefonate al tuo volo
viene pieno di vuoto e rimorso indicibile
banalmente indicibile – non è tutto indicibile?

ma è più indicibile
ha senso “più indicibile”?
sì: perché non mancano solo i nomi
e i verbi e gli aggettivi: mancano
tempi e modi verbali, sintassi, un periodo
non-ipotetico dell’impossibilità dell’impossibilità

mancano, del linguaggio, quelle cose più profonde:
chi inventò dire il passato e il futuro
con una desinenza, una flessione?
è molto più del fuoco della ruota dell’atomo
chi lo inventò?

mi ci vorrebbero tempi verbali
che non esistono, li immagino semplici
senza ausiliari, soltanto suffissi
ma non esistono

filosofi dicono che il linguaggio crea il mondo
allora mi dia un dio un linguaggio per creare
il mondo in cui trovarci

no, ti
dedico le poesie che non mi riescono
quei grumi di noi insolubili in parole
che si bloccano nei vasi della mente:
forse lì dove sei tu li puoi ora disciogliere
nella materia d’un’altra dimensione
confessare di esistere esistendo
infinito silenzio musicale
non dovere morire


Scritta nel 2022.

← Vecchi Post
Articoli più recenti →

Iscriviti

  • Articoli (RSS)
  • Commenti (RSS)

Archivi

  • febbraio 2023
  • gennaio 2023
  • dicembre 2022
  • novembre 2022
  • agosto 2022
  • luglio 2022
  • Maggio 2022
  • aprile 2022
  • marzo 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • dicembre 2021
  • novembre 2021
  • ottobre 2021
  • settembre 2021
  • agosto 2021
  • luglio 2021
  • giugno 2021
  • Maggio 2021
  • aprile 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • ottobre 2020
  • settembre 2020
  • agosto 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • Maggio 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • dicembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Maggio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • agosto 2017
  • luglio 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015

Categorie

  • altre cose
  • poesie
  • prosa
  • racconti
  • Senza categoria

Meta

  • Registrati
  • Accedi

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Carlo Molinaro
    • Segui assieme ad altri 64 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Carlo Molinaro
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...